19/06/13

A chump dreamer



Sognavo ad occhi aperti e incidevo racconti in riva al mare assegnando ad ogni granello di sabbia un nome e un passato. Convinto di sostituirmi al destino beffardo inventavo complicate storie d'amore che il vento si divertiva a distruggere con un solo soffio, rendendo impossibile districare la matassa dei fili, amori mai finiti, che legano fra loro ogni singolo granello. Stanco di giocare presi a fissare le onde del mare che iniziarono a sussurrarmi La storia degli animali.
«C'era una volta, tanto tempo fa, quando ancora gli uomini non erano apparsi sulla Terra, un mostro brutto prepotente e cattivo. Tutti gli animali avevano molta paura di questo bestione di cui oggi non è rimasta memoria tanto che non sappiamo più neanche che nome avesse. Si narra che la sua prepotenza derivasse dalla convinzione di essere stato eletto da Dio, che fosse fatto di cemento e filo spinato e che giustificasse i propri disumani comportamenti con il fatto di aver subito atrocità simili in passato.
Pure gli animali più forti, come i leoni, più grandi, come gli elefanti, più furbi, come le volpi, più intelligenti, come i delfini e più belli, come le aquile, avevano paura di lui. Entrava spavaldo nelle loro tane e li faceva scappare terrorizzati; di notte si divertiva a distruggere le case che per caso incontrava nel suo cammino. Rubava tutta l'acqua lasciando gli animali senza niente da bere e distruggeva tutti i campi e i raccolti così che non avessero più niente da mangiare.
Con la sua strana forma circondava interi terreni e crescendo ogni giorno di più imprigionava al suo interno sempre più animali impedendo loro di muoversi liberamente per cercarsi il cibo con cui poter sopravvivere. Gli animali rinchiusi all'interno del mostro che riuscivano a rimanere vivi venivano terrorizzati e prima o poi uccisi. In questo modo il mostro diventava sempre più grande e indistruttibile. 
Gli animali, sfiniti da una vita impossibile, non sapevano più cosa fare per sconfiggere questo mostro. Avevano provato in tutti i modi, anche cercando di parlarci, ma ogni volta che sembrava trovato un accordo il mostro infrangeva i patti e tornava a uccidere e seminare il terrore. Avevano chiesto aiuto agli animali non ancora raggiunti dal mostro ma questi, per vigliaccheria o per paura di ritorsioni, facevano finta di non sentire le richieste di aiuto dei loro fratelli. Avevano provato a resistere in tutti i modi, qualcuno era riuscito a fuggire e qualche altro semplicemente sopravviveva sperando solo di non essere la prossima vittima. 
Molte volte tutti gli animali si riunirono per decidere come sconfiggere il mostro ma non riuscivano mai a trovare un accordo perchè parlavano lingue diverse e ogni animale voleva usare le proprie abilità, gli uccelli volando in alto, le talpe scavando tunnel, i leoni combattendo e così via. Soltanto quando era il turno dei pesciolini c'era un gran silenzio in cui tutti sembravano andare d'accordo, perchè i pesciolini che vivono nel mare non possono parlare e per questo hanno trovato un nuovo modo di comunicare, il silenzio. Piano piano tutti gli altri animali, che a turno urlavano e basta, capirono che forse l'unico modo per trovare un accordo era stare un pò in silenzio ed ascoltare gli altri. Capirono anche che il miglior modo per farsi sentire era unire i silenzi perchè fra le stelle che dominano il mondo c'è un silenzio tale che se ti fermi ad ascoltarlo è così assordante da fare quasi male.
Così, raggiunto finalmente l'accordo in silenzio, gli animali capirono che il miglior modo per sconfiggere il mostro era unire le loro forze. Allora chiamarono a raccolta tutti gli animali e chiesero aiuto anche ai loro vecchi compagni morti, perchè i morti hanno memoria incisa sulle pietre della terra intrisa del loro sangue. Nel silenzio i morti iniziarono a parlare e consigliarono agli animali vivi di mettersi al centro così che loro, che ormai erano morti e non avevano più niente da temere, li avrebbero protetti. Il cerchio che i morti formarono intorno ai vivi arrivò ben presto a toccare i confini e le pareti del mostro che nutrendosi della libertà dei poveri animali si sentiva felice con tutte quelle anime racchiuse dentro di sè. Ma i morti, che grazie all'aiuto di un arcobaleno gigante continuavano a scendere dalle stelle, erano talmente numerosi che per trovare posto all'interno del mostro iniziarono a spingere così forte verso l'esterno che lo fecero scoppiare in mille pezzi. 
E fu così che gli animali tornarono a vivere liberi e felici di aver imparato che per sconfiggere un mostro bisogna essere uniti e per essere uniti bisogna saper ascoltare in silenzio. I morti poi tornarono a fare i morti e cioè concime per una terra libera in cui possano vivere felici i loro nipoti.»
Proprio mentre mi risvegliavo mi accorsi che l'alta marea aveva depositato il riflesso di una stellina fra i miei piedi. Così, con le scarpe ormai zuppe, raccogliendo delicatamente e con amore lo specchio d'acqua cercavo di portarmi a casa l'immagine della mia Stellina. Ma la fantasia non si può imprigionare e una volta arrivato a letto mi accorsi di aver perso tutta l'acqua per strada. Alzai allora gli occhi al cielo e dalla finestra della mia camera vidi la mia Stellina volare ancora lassù in alto e raccontare a tutte le altre stelline la storia di Un testone sognatore.




I was daydreaming, conjuring stories on the seaside. I gave a name and created a past for each grain of sand. I convinced myself all the stories were true.
As a rule I mocked their fate while inventing complicated love stories that the wind enjoyed destroying with a single blow. It was impossible to unravel the knot of connections that love never finishes and that unite each single grain.
When tired of that sort of play I started staring at the waves of the sea which began to whisper to me another narrative The Story of the Animals.
«Once upon a time in a world not so different from our own all animals familiar to us, besides humans, dwelled. Since humans were not there to cultivate, converse and make trouble the other animals had fill the void by doing such things themselves.
A nasty bully had materialized from what seemed to be something beyond what was natural. All the animals were very afraid of this beast. So much is the case that the monster has yet to be forgotten in this Animal realm. Yet we don't know what the beasts name was, even though it certainly did have a name.
It seems that the monster's arrogance stemmed from having been chosen by God to have a strange shape. The ferocious creature was made of concrete and barbed wire. That's why its movements were unwieldy, but it did not explain why it's attitude was so incorrigible. Of course it had suffered in the past, and perhaps this is why it acted with so much malice.
Even the strongest animals, such as lions, the biggest one, like elephants, the most astute, such as foxes, or the smartest ones, like dolphins and the most beautiful, like eagles...they were all afraid of the beast. For the creature arrogantly barged into their homes, they were forced to flee in terror. At night the beast enjoyed destroying homes it found on its path. The monster drank all the water, leaving many animals without any and it destroyed numerous fields and crops by stomping on the soil so that they had nothing to eat.
With its strange shape it eventually surrounded a sizable portion of land, and everyday more beings were imprisoned inside its greedy fortress. This prevented the animals from moving freely to look for food or having any type of normal animal life. The animals that were thus caged inside the monster somehow managed to stay alive even though they were often terrorized.
Sooner or later they were eaten by the beast. In this way, the monster grew larger, it became so large it seemed indestructible.
The entrapped animals that were still alive were exhausted from such an impossible life and none of them seemed to know how defeat the towering monster. This did not stop them from attempting many ways to overcome their oppressor. They even tried talking to the beast. At certain points they even came to a few agreements with it, but any deal struck with the monster also meant the deal would eventually be broken... almost in the same breath. The mixture of concrete and painful wire that at times wrapped around the animals so tight they couldn't even talk was good at all things bad.
The beast indeed loved to kill and terrorize. Those within the concrete oddity that continued to constrict their bodies asked for help from the animals not yet within the grasp of the monster. In fact some of them called onto the others while their final gasps approached.
However out of cowardice or fear of retaliation, those beyond the beasts grasp pretended not to hear the calls for help. They simply continued eating the grass the monster had not yet stomped on, and drinking from river the beast had not yet drunk. They frolicked in a forest that was day by day getting smaller as the beast grew larger.
Those in the beasts belly fortress tried to resist by all means, and one or two were even able to escape. Others simply survived inside the beast, hoping to continue even though life was not the same as before.
Once the problem grew to a certain extent the animals that could gather decided they had to come up with a better strategy on how to defeat the monster, but they never managed to reach an agreement because they spoke different languages. In addition each animal wanted to use their distinct skills. The birds wanted to fly high and far away, the moles wanted to dig tunnels down low, the lions roar and fight... and so on.
Only when it was the turn of the fish was there a great silence during which time everyone seemed to get along well. This was because the fish living in the sea can't speak so they found a new way to communicate, silence. Slowly all the other animals, who were eventually just screaming, realized that perhaps the only way to find an agreement meant they must stay silent at times and listen to the others. They also understood that the best way to make themselves heard was to collectively be quite, for among the stars that dominate the world there is a deafening silence, it's a force beyond all other powers in the world.
Finally, after the animals reached an agreement in what was mostly silence, they realized that the best way to defeat the monster was to join their forces. So they summoned up all the free animals by making one load call that could be heard across the world.
They also summoned the help of their old dead comrades. The dead have their memories engraved on the stones of the earth. The dead speak in the silence very well, which fit the animals strategy of how to communicate, so they advised the living animals to go to the center of the beast, there they would be better protected because a circle could then be formed by the dead around the living. There were many dead, so many that combined with other animals that came to help an those initially caught inside the beasts belly they started to push on the walls of the monster. The concrete started to crack.
The beast was feeding on the restrictions it imposed on the animals, this freedom they had discovered with others was considered by the beast to be very dangerous. The beast was happy with all animals encased within itself, alive or dead, so the breaking of the wall was the biggest of problems according to it.
Eventually the mass was so numerous that just to find a place inside the monster they had pushed hard towards outside until he burst into thousands of pieces.
Because of this the animals returned to live free and happy. They learned that in order to defeat a monster they needed to join forces and for that they must be able to listen in silence, work together, and listen to the dead. The dead went back to being truly dead and became fertilizer and the living lived the rest of their days happily.»
Just as I woke up I realized that the high tide deposited a reflection of a star between my feet. So with my shoes soaking wet, I collected it gently the stretch of water I wanted to bring home. It so happened to be the image of my Little Star.
Yet I then remembered we can't trap fantasy, once I arrived to my bed I realized I had lost all the water along the path. Then I lifted my eyes to the sky and from the window of my room I saw my Little Star still flying up there and telling all the other stars the story about me, A chump dreamer.




Soñaba despierto y diseñaba cuentos en la orilla del mar asignando a cada grano de arena un nombre y una historia. Convencido de sustituirme al destino cínico inventaba complicadas historias de amor que el viento destruía divertido de un sólo soplo, haciendo imposible desatar la maraña de hilos, amores nunca terminados, que atan cada grano entre ellos.
Cansado de jugar fijé la mirada en las olas del mar que comenzaron a susurrarme La historia de los animales.
«Había un tiempo, mucho tiempo atrás cuando los hombres aún no habían aparecido en la Tierra, un monstruo desagradable, matón y malo. Todos los animales tenían mucho miedo de esta bestia de la que hoy ya no hay memoria y no sabemos aún cuál era su nombre. Se narra que su arrogancia derivase de la convicción de haber sido elegido por Dios, que estuviese hecho de hormigón y alambre de púas y que justificase su comportamiento inhumano con el hecho de haber sufrido atrocidades similares en su pasado.
Incluso los animales más fuertes, como los leones, más grandes, como los elefantes, más astutos, como los zorros, más inteligentes, como los delfínes y hermosos, como las águilas, tenían miedo de él. Irrumpía pavoneándose en sus guaridas aterrorizando los animales y por la noche le gustaba destruir todas las casas que encontraba en su camino. Robaba toda el agua dejando a los animales sin nada para beber y destruía todas las tierras y los cultivos para que no tuvieran nada que comer.
Con su forma extraña rodeaba toda la tierra y creciendo cada día más atrapaba dentro de sí más y más animales impidiendolos desplazarse libremente para buscar comida con la que sobrevivir. Los animales enjaulados dentro del monstruo que lograban mantenerse con vida estaban aterrorizados y antes o después asesinados. De esta manera, el monstruo se hacía más grande e indestructible.
Los animales, agotados por una vida imposible, no sabían que hacer para derrotar a este monstruo.
Habían intentado por todos los medios, incluso tratando de hablar con el, pero cada vez que parecían llegar a un acuerdo, el monstruo rompía el acuerdo y volvía a matar y aterrorizar. Habían pedido ayuda por los animales aún no alcanzados por el monstruo pero, por cobardía o por miedo a las represalias, estos fingían no escuchar las peticiones de ayuda de sus hermanos. Habían tratado de resistir por todos los medios, alguien logró escapar, otro simplemente sobrevivían sólo con la esperanza de no ser una de las próximas víctimas.
Muchas veces los animales se reunieron para decidir como derrotar al monstruo, pero nunca lograron llegar a un acuerdo porque hablaban idiomas diferentes y cada animal quería utilizar sus habilidades, los pájaros volando alto, los topos cavando túneles, los leones luchando y así de animal en animal.
Sólo cuando llegó el turno de los peces se produjo un gran silencio en el que todo el mundo parecía estar de acuerdo, ya que los peces que viven en el mar no pueden hablar y por esto han encontrado una nueva manera de comunicar, el silencio. Poco a poco el resto de los animales, que solo gritaban, se dieron cuenta de que tal vez la única manera de llegar a un acuerdo era la de estar en silencio y escuchar a los demás. También entiendieron que la mejor manera para que los otro oyeran era unir los silencios porque entre las estrellas que dominan el mundo hay un silencio que, si te pones a escucharlo es tan fuerte que casi duele.
Así que finalmente los animales llegaron a un acuerdo en el silencio y se dieron cuenta de que la mejor manera de derrotar al monstruo era unir las fuerzas. Entonces llamaron a todos los otros animales, y también pidieron ayuda a sus antiguos camaradas muertos, porque los muertos tienen memoria grabada en las piedras de la tierra empapada de sus sangre. En el silencio los muertos comenzaron a hablar y aconsejaron a los animales vivos de ponerse al centro así que los muertos que no habían nada que temer, los podían proteger. El círculo que los muertos formaron en torno a los vivos no tardó en llegar a tocar los bordes y las paredes del monstruo que alimentandose de la libertad de los pobres animales estaba feliz con todas aquellas almas encerradas adentro. Pero los muertos, que con la ayuda de un gigantesco arco iris continuaban descendiendo desde las estrellas, eran tan numerosos que para encontrar un lugar comenzaron a empujar con tanta fuerza hacia el exterior que el monstruo se estalló en mil pedazos.
Y fue así que los animales volvieron a vivir libre y feliz de haber aprendido que con el fin de derrotar a un monstruo hay que estar unidos y para ser unidos hay que escuchar en silencio. Por fin los muertos volvieron a ser muertos, o sea fertilizante para una tierra libre en donde sus nietos puedan vivir felices para siempre.»
Justo cuando me desperté me di cuenta de que la marea había depositado el reflejo de una pequeña estrella entre mis pies. Así con mis zapatos todos mojados, recogiendo con cuidado y con amor el espejo de agua trataba de llevar a mi casa la imagen de mi Estrellita. Pero la fantasía no se puede encarcelar y una vez llegado a la cama me di cuenta de que había perdido toda el agua en el camino. Entonces levanté la vista al cielo y desde la ventana de mi habitación, vi mi Estrellita volar y contar a todas las otras estrellas la historia de Un cabezón soñador.

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