30/07/13

Sky and Sea - A Love Story

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Sempre nella vita c’è qualcosa che è in procinto di perire. Ciò che perisce non vuole però semplicemente morire, ma lotta per la propria sopravvivenza, difende la sua causa persa. Nella vita nasce altresì sempre qualche cosa di nuovo. Ma ciò che si desta alla vita non viene semplicemente al mondo: ferisce e grida e afferma il proprio diritto di vivere.
Bertolt Brecht 'Me-ti. Libro delle svolte'

Passeggiavo sulla spiaggia di Gaza, come al mio solito con la testa fra le stelle, pensando con malinconia a come ci si abitua troppo facilmente ad ogni ingiustizia e ad ogni torto, così come ad ogni amore o ad ogni fortuna. A come poi in un attimo cambia tutto. A quanta poca importanza diamo ai veri sentimenti che risiedono in fondo al nostro cuore e a quanto invece ci lasciamo ingannare e trasportare dalle apparenze della vita quotidiana, dalle illusioni facili e pronte all'uso che, proprio come un miraggio, spariscono in un battito di ciglia. 
Quando all'improvviso cado in una buca profonda, senza fine. 
Ero ancora spaventato e non riuscivo a capire se stavo precipitando o fluttuando nel buio, quando la mia Stellina mi prende a cavalcioni su una delle sue cinque puntine. 
“Sempre con questo testone fra le nuvole!” mi apostrofa ridendo di gusto. “Quando imparerai a stare con i piedi per terra?” 
“Quando smetterò di amare” le rispondo cercando di dissimulare la paura che aveva lasciato chiari segni sul retro dei miei calzoni. “L'amore è immaginazione e l'immaginazione ha bisogno di volare con le sue ali fatte di sogni e di speranze...” insisto io.
Stava già per tirarmi giù di sotto quando dopo un sospiro di pazienza mi chiede: “Sai dove sei finito?”
“No” le rispondo.
“Sei finito nel non luogo, proprio là, oltre l'orizzonte, dove il Mare si incontra con il Cielo” e inizia a raccontarmi La Storia Capovolta.
«Tanto tempo fa, quando ancora il mondo non era formato e c'erano solo il Mare e il Cielo, che erano una cosa sola, quando ancora non c'erano le montagne, i laghi o i fiumi, ma era tutto acqua e aria, quando ancora era tutto più semplice, il Cielo si innamorò del Mare. Stettero molte lune assieme, Cielo e Mare, passando momenti d'amore meravigliosi ad ogni tramonto e ad ogni alba, fino a che un giorno non comparse la Sabbia.
Il Cielo allora, non per cattiveria, ma per sua natura, non avendo né forma né sostanza, smise di amare il Mare e si innamorò della Sabbia. Il Mare però, che non era tutto fantasia perchè pur non avendo forma aveva almeno sostanza, imparò subito cosa fosse la gelosia. Così il Mare, perdendo di vista il suo amore per il Cielo, spinto dalla gelosia, cercava di coprire la Sabbia, in modo che il Cielo, non vedendola, con il passare del tempo si dimenticasse di lei.
Ancora oggi il Mare continua con le sue onde a morire inutilmente sulla Sabbia sperando di coprirla completamente e di riunirsi in questo modo con il Cielo.
Questo è il motivo per cui la Sabbia va a fondo e il Mare sta sopra e la Sabbia sta sotto.»
“Ma veramente” protesto io, che in fondo sono pur sempre un ingegnere “la sabbia va a fondo per via del maggiore peso specifico...”
“Ecco il solito testone sapientino...Invece è per colpa della gelosia e ora zitto e fammi finire!” mi interrompe la mia Stellina e riprende a raccontare.
«La Sabbia, gridando il proprio diritto di vivere, divenne così tanta che formò i deserti per fare in modo che il Mare, nonostante ferisse e lottasse per la propria sopravvivenza, non riuscisse a coprirla tutta. E così, Cielo e Sabbia passarono assieme meravigliosi momenti d'amore disegnando sui deserti colori stupendi ad ogni alba e ad ogni tramonto.
Il Mare allora era molto triste e non riusciva a capire. Con il Cielo erano sempre stati così bene, come era possibile che adesso il Cielo si incontrasse con la Sabbia?
Il Mare era così triste e pensava così tanto alla sua infelice situazione che, cercando in tutti i modi di ricongiungersi con il Cielo, non si stava accorgendo che ad ogni sospiro di tristezza e delusione una parte di sé evaporava proprio in Cielo»
“Ma cosa dici?” la interrompo io “l'evaporazione dipende da...”
“Taci, testone! L'evaporazione dipende dalla tristezza, checché ne dicano i tuoi libri!” si arrabbia la Stellina e continua a raccontarmi la storia.
«Quando il Cielo vide il Mare evaporare e consumarsi per la tristezza, provando dentro di sé tutto insieme in un solo momento il peso della nostalgia, iniziò a piangere forte sentendosi responsabile del dolore del Mare. Questo peso insopportabile fece precipitare il Cielo in basso sotto forma di pioggia e piangendo piangendo il Cielo cadde sulla Sabbia trasformando i deserti in foreste verdi e rigogliose, annaffiate e nutrite con lacrime d'amore e di rimpianto.
E fu così che il Mare evaporando salì in alto e si trasformò in Cielo. Il Cielo piangendo cadde in basso e si trasformò in Mare. La Sabbia, ingannevole miraggio si trasformò in foreste.
Ciò che era sopra andò sotto e ciò che era sotto finì sopra. 
Il Mare divenne Cielo e da sotto passò sopra e il Cielo divenne Mare e da sopra scivolò sotto.
Cielo e Mare mai più riuscirono ad incontrarsi, rincorrendosi perennemente ad ogni ora del giorno e della notte in quel luogo di libertà e di fantasia chiamato orizzonte.»
“È finita?” chiedo stropicciandomi gli occhi umidi e facendo finta di avere un bruscolo in un occhio per coprire la vergogna di essere commosso dalla storia.
“Certo!” risponde la mia Stellina “Ora torna al tuo mondo e ricorda che chi ieri era vittima oggi è carnefice e chi oggi sta sotto domani starà sopra e chi invece oggi sta sopra finirà sotto. In una giostra infinita di pene e sconfitte, gioie e vittorie, passeggere e illusorie come i miraggi che ingannevoli ci fanno perdere di vista il vero amore.”
“Non mi piace questa morale” protesto io “sempre la stessa falsa speranza in un'altra vita, in un futuro migliore e più giusto, che ti impedisce di agire e ti costringe ad accettare un presente che potrebbe invece essere cambiato lottando. E poi scusa” aggiungo amareggiato “quale sarebbe il vero amore? Non era forse vero amore anche quello fra il Cielo - o era già diventato Mare? - e la Sabbia?” 
Ma la mia Stellina non mi risponde e già lontana chissà dove, come al solito, smette improvvisamente di parlarmi lasciandomi come uno scemo a pensare all'amore, fissando il dito che mi indica la luna.




In life there is always something that is about to perish. Yet what perishes does not want to simply to die,  it fights for his own survival. It defends a lost cause. 
"In life there is also something new always arising. Yet what awakens is not simply born: it hurts and it cries and it affirms its right to live.
Bertolt Brecht quotes here 'Me-ti.The book of Changes'

While walking on Gaza's beach, as usual, my mind is lost in the stars. Wistfully thinking about how we get used to injustice, to every crime, as well as to every love or every luck all too easily. Thoughts arise on how in one moment everything changes. Thoughts arise about how little of importance we give to true feelings residing at the bottom of our hearts, how we allow ourselves to be cheated and how we allow ourselves to be carried away by appearances of everyday life. It's simple and swift illusions which, just like a mirage, disappears in a twinkle.
Suddenly I fell into a deep hole, a hole without end.
I was of course scared. After a while I could not realize if I was falling or floating in the dark. Then my Little Star takes me astride on one of her five points.
"Always with your big head in the clouds!" she reproachs me laughing heartily. "When will you learn to keep your feet on the ground?"
"When I stop loving" I told her while trying to gloss over my fear that left clear marks on the back of my pants. "Love is imagination and imagination needs to fly with wings made of dreams and hopes ..." I insisted.
She was just about to draw me down below when after a patient breath she asks me: "Do you know where you are?"
“No” I reply.
"You're in no place, just beyond the horizon, where the Sea meets the Sky" from this she began telling me The Upside Tale.
"A Long time ago, even before the world was formed, there were only the Sea and the Sky, which were one. When there were no mountains, no lakes, neither rivers, it was all water and air. It was all much simpler, and at this time the Sky fell in love with the Sea. Sky and Sea then spent many moons together, passing wonderful moments of love to every sunrise and every sunset, until one day the Sand appeared.
So the Sky, not perversely, but by its nature, having neither form nor substance, stopped to love the Sea and fell in love with the Sand. However the Sea, which was not all a fantasy despite not having form knew it at least had substance and part of this substance turned to jealousy. So the Sea lost sight of its love for the Sky. While driven by jealousy it tried to cover the Sand so that the Sky would not see the shore over time, and could forget about it.
Even today, with its waves the Sea continues to die, uselessly, on the Sand, hoping to cover it completely and desiring that from this the Sky would change its mind.
That's why the Sand goes to the bottom. That's why the Sea is above and the Sand is below." She stated.
"But frankly" I protested, because I'm an engineer... "the sand sinks to the bottom because of the higher specific weight..." I said while raising my arm in protest.
“Here he is, the usual chump, wise guy.. instead, it's because of jealousy- now shut up and let me finish!" my Little Star interrupts me and continues to tell.
"The Sand, shouted and pushed for its right to live. It became so loud and large that it formed deserts to make sure that the Sea, despite its attempt to hurt it, could not cover it all. So the Sky and the Sand passed together wonderful moments of love together alone, drawing on the deserts beautiful colors every sunrise and every sunset.
The Sea was very sad and could not understand. It had always been so perfect for the Sky it thought. How was it possible now that the Sky is in love with the Sand?
The Sea was so sad and it thought so much about its unhappy situation that it tried in every way to reunite with the Sky. It did not realize that with every breath of sadness and disappointment just a portion of itself evaporated to the Sky."
"What are you talking about?" I stopped her "the evaporation depends on...” I exclaimed.
"Shut up, chump man! Evaporation depends on the sadness, whatever your books says I don't care!" My Little Star said this, then she continued to tell me the story in the same tone.
"When the Sky saw the Sea evaporating and consumed by sadness, it felt all together in a single moment. The weight of nostalgia was too much for it and it started to sob. It felt responsible for the pain of the Sea. This unbearable burden push down the Sky as rain. As it cried and cried the Sky fell on the Sand, thereby transforming deserts into lush and green forests, watered and fed with tears of love and regret.
The Sea thus rose up and evaporated, parts of it turned into Sky. The Sky fell down crying and it turned into Sea. The Sand, that was just a deceptive mirage, turned into forest.
What was above went below and what was below went above.
The Sea became Sky and from below passed above. The Sky became Sea and from above slid below.
Sky and Sea never managed to meet again completely. They chased each other perpetually. In fact at any time of the day or night they do so in that place of freedom and fantasy called the horizon." she said with a sigh.
"Is it over?" I ask rubbing my wet eyes and pretending to have something in my eye to cover the shame of being touched by the story.
"Sure!" my Little Star replied "Now go back to your world and remember that those who yesterday were victims today are troublemakers, and who now lies beneath tomorrow will be above and today who is above will later go below. In an infinite carousel of pains and defeats, happiness and victories, the transient illusion are deceptive mirages that make us lose sight of the true love."
"I don't like this moral" I protested with the same false hope that this could not be true, it must be so in another life. In a better and more fair future perhaps this would be so, but now one is prevented from acting in such a way. Yet I eventually accepted that the forces could indeed change their struggle.
Then I said "I am saddened; what would true love be then? Wasn't it true love between the Sky and Sand - or was it just a reaction to the Sea?"
But my Little Star doesn't approach the heart of the subject.
"Already, far away..." as usual she suddenly stopped talking to me. She left me like a fool, thinking of love and staring at the finger that was supposed to show me the moon.





Siempre en la vida hay algo que está a punto de perecer. Pero lo que perece no quiere simplemente morir, sino luchar para su propia supervivencia, defiende su causa perdida. En la vida también siempre nace algo nuevo. Pero lo que se despierta a la vida no nace simplemente:daña y grita y afirma su propio derecho a vivir.
Bertolt Brecht 'Me-ti. Libro de las mutaciones'

Estaba dando un paseo en la playa de Gaza, como mi habitual con la cabeza en las estrellas, pensando con nostalgia en cómo uno se acostumbra muy fácilmente a todas las injusticias y a todos los males, así como a cualquier amor o a todo tipo de suerte. A como en un instante todo cambia. A la poca importancia que damos a los verdaderos sentimientos que están en el fondo de nuestros corazones y a cómo nos dejamos engañar por las apariencias de la vida cotidiana, por las ilusiones fáciles, que al igual que un espejismo, desaparecen en un abrir y cerrar de ojos.
Cuando de repente caigo en un hoyo profundo, sin fin.
Estaba aún asustado y no sabía si me estaba cayendo o flotando en la oscuridad, cuando mi Stellina me lleva a horcajadas en una de sus cinco pequeñas puntas.
"¡Siempre con este cabezón en las nubes!" me apostrofa riendo a carcajadas. "¿Cuando aprenderás a tener los pies en la tierra?"
"El día que deje de amar" digo yo tratando de ocultar el miedo que había dejado claras huellas en la parte trasera de mis pantalones. "El amor es imaginación y la imaginación tiene que volar con sus alas hechas de sueños y esperanzas..." insisto yo.
Ya estaba a punto de tirarme hacia abajo cuando después de un suspiro de paciencia, me preguntó: "¿Sabes en donde estás?"
“No” le contesto.
"Estás en el no lugar, allí mismo, más allá del horizonte, donde la Mar se une con el Cielo" y empieza a narrarme La Historia al Revés.
«Mucho tiempo atrás, en la época en la que el mundo todavía no estaba formado y sólo había el mar y el cielo, que eran uno, cuando no había montañas, lagos o ríos, pero era todo agua y aire, cuando todo era más fácil, el Cielo se enamoró de la Mar. Permanecieron juntos muchas lunas, cielo y mar, pasando meravillosos momentos de amor cada atardecer y cada amanecer, hasta que un día apareció la Arena.
Entonces el Cielo, no por malicia, sino por su naturaleza, no teniendo ni forma ni sustancia, dejó de amar la Mar y se enamoró de la Arena. La Mar sin embargo, que no es todo fantasía, porque a pesar de no tener forma por lo menos tiene sustancia, pronto aprendió lo que era la envidia y los celos. Así que la Mar, perdiendo de vista su amor por el Cielo e impulsado por los celos, intentó cubrir la Arena, así que el Cielo, por no verla, con el paso del tiempo se olvidara de ella.
Incluso hoy en día, la Mar con sus olas sigue muriendo innecesariamente en la Arena con la esperanza de cubrirla por completo y de esta manera juntarse de nuevo con el Cielo.
Esta es la razón por la que la Arena va hacia el fondo y la Mar está por encima y la Arena está por debajo.»
"En realidad" protesto yo, que al final sigo siendo un ingeniero "la arena se va para abajo debido al mayor peso específico..."
“Ha hablado el sabio cabezón... Te digo que es por los celos y ahora cállate y déjame terminar" Me interrumpe mi Estrellita y empieza de nuevo a narrar.
«La Arena, gritando su propio derecho a vivir, devino así tanta que formó los desiertos para que la Mar, a pesar de que hiriera y luchara para sobrevivir, no podría cubrirla por completo. Y así, Cielo y Arena pasaron maravillosos momentos de amor dibujando en los desiertos hermosos colores en cada amanecer y en cada atardecer.
La Mar se puso muy triste y no podía entender. Con el Cielo siempre había estado todo perfecto ¿cómo era posible que ahora el Cielo se encontrara con la Arena?
La Mar estaba tan triste y pensaba tanto a su triste situación que tratando por todos los medios de reunirse con el Cielo no se daba cuenta de que por cada suspiro de tristeza y decepción una parte de sí mismo evaporaba en el Cielo»
“¿Que tonterias dices?” la interrumpo yo “ la evaporación depende de...”
“¡Callate ya, cabezón! La evaporación depende de la tristeza ¡no me emporta de lo que está escrito en tus libros!” se enfada mi Estrellita y sigue contandome la historia.
«Cuando el Cielo vio el mar evaporar y consumarse por la pena, sintiendo dentro de sí todo junto en un solo momento el peso de la nostalgia, empezó a llorar fuerte, sintiéndose responsable del dolor de la Mar. Este peso insoportable hizo sí que el Cielo en forma de lluvia precipitara hacia abajo y el Cielo llorando llorando cayó sobre la Arena transformando los desiertos en exuberantes bosques verdes, regados y alimentados con lágrimas de amor y arrepentimiento.
Y fue así que la Mar evaporando subió arriba y se convirtió en Cielo. El Cielo llorando cayó abajo y se convirtió en Mar. La Arena, espejismo engañoso, se convirtió en bosques.
Lo que estaba por encima pasó por debajo y lo que estaba por debajo terminó por encima.
La Mar se convirtió en el Cielo y desde abajo pasó por encima y el cielo se hizo Mar y desde arriba se deslizó abajo.
Cielo y Mar nunca llegaron a encontrarse de nuevo, persiguiéndose unos a otros permanentemente en cualquier momento del día o de la noche en ese lugar de libertad y fantasía llamado horizonte.»
"¿Se acabó?" pido frotándome los ojos húmedos y pretendiendo tener algo en el ojo para cubrir la vergüenza de ser conmovido por el cuento.
“¡Por supuesto!” responde mi Estrellita “Ahora vuelve a tu mundo y recorda que los que ayer fueron víctimas hoy son verdugos y los que hoy está debajo mañana estará arriba y los que hoy están por encima terminarán abajo. En un carrusel infinito de dolores y derrotas, alegrías y victorias, transitorias e ilusorias como espejismos engañosos que nos hacen perder de vista el verdadero amor.”
"No me gusta esta moraleja" protesto yo "siempre la misma falsa esperanza en otra vida, en un futuro mejor y más justo, que te impide actuar y te obliga a aceptar una vida actual que se podría realmente cambiar luchando. Y perdona" añado con amargura "¿Cuál sería el verdadero amor? ¿No era acaso amor verdadero el que había entre Cielo - ¿o ya se había convertido en Mar? -  y la Arena?”
Pero mi Estrellita no me responde, y ya muy lejos por alguna parte, como de costumbre, para improvisamente de hablarme y me deja como un tonto a pensar en el amor, mirando el dedo que me apunta a la luna.

22/07/13

Daily life in Gaza - The Slow Genocide

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Uno studio delle Nazioni Unite(1- unrwa)  prevede a Gaza per l'anno 2020 una popolazione pari a 2.1 milioni di persone (a partire da una popolazione attualmente stimata pari a circa 1.6 milioni) costretta a vivere in un'area di circa 365 Km2. Con una densità di popolazione attuale di circa 4.500 persone per Km2  destinata a crescere fino a 5.835 persone per Km2 nel 2020, Gaza ha il triste primato di essere una delle aree più densamente popolate al mondo, ai livelli di Città del Messico e Rio de Janeiro. Credo che i problemi di vivibilità di queste due famose città del continente Latinoamericano siano noti a tutti. Infatti rendere vivibile un'area così densamente popolata richiede un enorme sforzo anche in condizioni normali, perché sono necessarie infrastrutture di base perfettamente funzionanti come acquedotti per la fornitura regolare di acqua potabile, fognature e servizi igienico-sanitari, fornitura regolare di energia elettrica, servizi sociali efficienti come scuole e ospedali etc. 
Immaginate gli stessi problemi di gestione in un contesto socio-politico ed economico come quello della Striscia di Gaza, oggetto di un embargo, o meglio di un blocco generale, da più di sei anni (giugno 2007). Il blocco imposto da Israele, contro qualsiasi legge internazionale, è una negazione dei più elementari diritti umani e una punizione collettiva contro tutta la popolazione di Gaza, passivamente accettata se non addirittura incredibilmente appoggiata da tutti gli altri Stati. I risultati di questo blocco vigliacco e criminale sono sotto gli occhi di chiunque abbia il coraggio, la pazienza e la forza di vivere a Gaza.
Ma cosa succede a Gaza, tutti i giorni?
Sicurezza alimentare
Riguardo alla sicurezza alimentare e ai mezzi di sussistenza, il primo dato che colpisce è l'elevatissima percentuale 80%(2- ochaopt blockade) di abitanti che dipende dagli aiuti umanitari. È chiaro come in un territorio densamente popolato, fortemente urbanizzato e sottoposto ad un blocco totale l'autosufficienza alimentare sia fondamentale. Ma è altrettanto chiaro come le restrizioni imposte unilateralmente da Israele riguardo alla libera circolazione, movimento e lavoro sui terreni coltivabili e in mare non aiutano, ma piuttosto intralciano il raggiungimento dell'autosufficienza alimentare. Il piano criminale israeliano di impedire alla popolazione di Gaza di sopravvivere dignitosamente e costringerla a dipendere dagli aiuti esterni, che Israele controlla, risulta evidente osservando i seguenti dati(3- ochaopt ara): il 35% delle terre coltivabili non è raggiungibile dai contadini, legittimi proprietari, perchè situato in “High Risk Area” (1500 metri dal confine) o nella cosiddetta “No-Go Zone” (500 metri dal confine) dove i militari israeliani sparano a vista e addirittura l'85% delle acque di pesca palestinesi, dove generalmente si effettua la pesca alle sardine, sono inaccessibili. Nell'ultimo anno è stato registrato un aumento degli attacchi della marina militare nei confronti dei pescatori del 23%.(4- wfp)
Risultato di questa politica assassina e razzista è il 57%(5- ochaopt blockade) della popolazione affetta da insicurezza alimentare. 
Sarebbe sufficiente permettere ai contadini di coltivare tutte le loro terre e ai pescatori di pescare nelle 20 miglia nautiche, rispettando gli accordi internazionali di Oslo del 1995, per consentire un immediato miglioramento della dieta alimentare dei Gazawi, ma Israele porta avanti il suo progetto criminale di punizione collettiva contro tutta la popolazione civile di Gaza.
Economia
I 6 anni di blocco e limitazioni di movimento di merci e persone hanno colpito a morte un'economia già disastrata a seguito della precedente occupazione militare, lasciando Gaza con un tasso di disoccupazione pari al 34,5%.(5- ochaopt blockade)
La continua proibizione delle esportazioni dalla Striscia di Gaza verso i tradizionali mercati di West Bank e della Palestina del 1948 (oggi chiamato Israele), e le limitazioni di accesso al mare e alle terre coltivabili, impediscono all'economia di crescere e mantengono elevato il tasso di disoccupazione costringendo la popolazione a sopravvivere sotto i normali livelli di benessere e a dipendere dagli aiuti esterni (di cui comunque Israele controlla il traffico).
Se a questi già preoccupanti dati si uniscono i danni causati dagli ultimi due attacchi israeliani (Operation Cast Lead nel dicembre 2008 - gennaio 2009 e Pillar of Defence nel novembre 2012) si capisce come sia difficile per l'economia di Gaza risollevarsi e come in questo momento sia costretta a dipendere dall'industria dei tunnel e dagli aiuti umanitari.
Tunnel
Sui tunnel non esistono dati certi in quanto è un'attività illegale, ma del tutto legittima, nata per eludere il blocco illegale, illegittimo e inumano imposto da Israele. Secondo uno studio del Peace Research Institute Oslo lungo i 14 Km di confine circa 600(6- rafah border) tunnel artigianali, che consentono la sopravvivenza ai Gazawi, uniscono la Striscia di Gaza con l'Egitto. Alcuni dati, ovviamente non ufficiali e difficilmente dimostrabili, affermano che l'80% delle importazioni di Gaza avviene attraverso i tunnel e il volume delle merci che passa attraverso i tunnel è 4 volte superiore rispetto a quello “regolarmente” importato attraverso i confini israeliani. Le restrizioni sulle importazioni delle merci anche di prima necessità, unite ad un elevato tasso di disoccupazione hanno naturalmente portato migliaia di persone, molte delle quali bambini, ad impiegarsi nell'industria artigianale e pericolosa dei tunnel. Considerando che il 48.2% della popolazione ha un'età inferiore ai 18 anni e che il 38.4% dei bambini vive sotto la soglia della povertà(7- pcbs 1863) è evidente il motivo per cui i bambini sono costretti ai lavori più pericolosi.
In un contesto sociale che offre opportunità lavorative, l'elevata percentuale di giovani, con una buona educazione scolastica e ben formati, potrebbe avere un effetto positivo sull'economia quando questi giovani raggiungeranno l'età lavorativa. Al contrario in una società senza sbocchi lavorativi dove il blocco israeliano impedisce anche l'emigrazione, le uniche conseguenze saranno la tensione sociale, la violenza, e l'estremizzazione politica per mancanza di alternative e di possibilità di una vita serena.
Educazione
A questo scenario poco rassicurante e senza prospettive future, va aggiunto il problema che ai ragazzi che vogliono frequentare l'università, per colpa del blocco imposto da Israele, non è permesso comunque lasciare la Striscia di Gaza. E i ragazzi ben istruiti sono molti a Gaza, visto che secondo i dati ufficiali il grado di alfabetizzazione è pari al 95.3%(8- pcbs educ) (dato del 2011). Analizzando più attentamente i dati di alfabetizzazione e confrontandoli con l'incremento demografico emerge un problema non secondario: a Gaza c'è una carenza di scuole, perché già adesso, senza contare l'incremento demografico, il numero di studenti per classe è superiore a 30.
Ma come costruire le nuove scuole visto che il blocco israeliano impedisce anche l'ingresso dei materiali da costruzione?
È vero che alcune ONG e le Nazioni Unite sono autorizzati a portare dentro la Striscia di Gaza materiale per le scuole, fra l'altro in gran parte acquistato in Israele, ma può questa economia dipendente dagli aiuti essere davvero sufficiente?
Infrastrutture di base
Fare in modo che le infrastrutture di base si mantengano al passo con le esigenze di una popolazione in forte crescita, in un'area ad altissima densità di popolazione è una battaglia persa in partenza, soprattutto senza mezzi, visto che il blocco impedisce l'ingresso di qualsiasi materiale da costruzione e visto che molte delle infrastrutture di base sono state danneggiate dai passati bombardamenti israeliani. È interessante analizzare più in dettaglio lo stato di alcune di queste infrastrutture.
Elettricità
L'energia elettrica a Gaza è distribuita dalla Gaza Electricity Distribution Company (GEDCo) che è partecipata al 50% dai comuni e al 50% dall'Autorità Palestinese.(9- public services under hamas)
L'attuale capacità di fornitura di energia elettrica da parte della GEDCo è di 222MW a fronte di una richiesta di 360MW (dati del 2012). Ma come produce o da dove riceve l'energia elettrica la GEDCo? La GEDCo riceve energia elettrica per il 54% circa da Israele (120MW), per il 10% circa dall'Egitto (22MW) e il restante 36% circa dall'impianto di Gaza alimentato a gasolio (80MW).(10- ochaopt electricity)
A partire da Febbraio 2012, la carenza di gasolio, provocata dal blocco imposto da Israele, ha costretto l'impianto di Gaza a lavorare ad un terzo della capacità operativa e a programmare blackout di 6-18 ore al giorno.
Non serve molta fantasia per capire come queste interruzioni giornaliere di energia provochino grossi problemi:
  • agli ospedali dove i tempi di attesa per le operazioni sono raddoppiati (da 3 a 6 mesi) da febbraio 2012;
  • all'impianto di trattamento delle acque reflue (di cui parlerò più avanti);
  • all'impianto dissalatore il cui livello di produzione è sceso del 60% dall'inizio dell'anno;
  • alle aziende di acquacultura dove la ridotta capacità di filtrazione e ossigenazione dell'acqua provocata dalle interruzioni di corrente ha fatto perdere, da marzo 2012, 16 tonnellate di pesce;
  • alle famiglie etc.

Si cerca di rimediare ai continui blackout con generatori privati alimentati a gasolio, ma è un circolo vizioso proprio perché è a causa del blocco israeliano che la scarsità di gasolio ha costretto l'impianto di Gaza a lavorare a ridotta capacità! In queste condizioni e senza la fine immediata del blocco criminale imposto da Israele sarà impossibile far fronte all'aumento di richiesta di energia dovuto all'incremento demografico. L'unica soluzione è pensare ad energie alternative, ma qualsiasi soluzione è irrealizzabile a causa del blocco che impedisce l'ingresso dei materiali da costruzione.
Esisterebbe anche un giacimento di gas metano ad elevato grado di purezza a largo delle acque di Gaza, ma Israele controlla terra e mare e impedisce in questo modo lo sfruttamento di tale risorsa.
Acqua
Due diversi aspetti riguardano l'argomento acqua: la gestione (raccolta, stoccaggio, trattamento e smaltimento) delle acque reflue, ovvero delle acque nere (volgarmente “di fogna”) e la gestione delle acque potabili.
Per quanto riguarda le acque reflue, alla preesistente mancanza di un sistema fognario adeguato va aggiunto il collasso di una vasca dell'impianto di trattamento delle acque reflue che ha generato lo sversamento incontrollato nell'ambiente di una grande quantità di acque reflue non trattate.(11- unep gaza) Tuttora, per colpa del blocco imposto da Israele, con la complicità di tutti gli altri Stati che non intervengono, viene impedito l'ingresso nella Striscia di Gaza dei materiali da costruzione e praticamente viene resa impossibile la ricostruzione dell'impianto di trattamento delle acque reflue e di una rete fognaria adeguata. Risultato di questa situazione sono 90.000 m3 di acqua non trattata scaricati ogni giorno in mare.(5- ochaopt blockadeForse è bene ripetere ancora una volta con numeri e parole più comprensibili questo disastro ambientale di proporzioni gigantesche causato da una politica israeliana ottusa e razzista: 90 milioni di litri di acque nere non trattate vengono scaricate ogni giorno nel Mare Mediterraneo. Saranno contenti i politici israeliani dei risultati ottenuti e saranno altrettanto contenti israeliani e turisti di farsi il bagno nella merda palestinese!
Correnti superficiali nel Mar Mediterraneo(12- mediterranean surface currents)

Per quanto riguarda l'acqua potabile la situazione non è affatto migliore. 
Mancando fiumi ed avendo un clima piuttosto secco con scarse precipitazioni Gaza si affida quasi completamente alla falda acquifera costiera ed ovviamente anche all'importazione di acqua da Israele (meno di un decimo del fabbisogno standard) secondo la Palestinian Water Authority.
L'attuale estrazione dalla falda acquifera sotterranea è insufficiente a soddisfare la richiesta di acqua e nello stesso tempo riduce drasticamente il livello di acqua nella falda. Infatti il deposito sotterraneo viene riempito, dalle precipitazioni e dai deflussi provenienti dalle colline di Hebron (West Bank), ad una velocità inferiore rispetto alla velocità di svuotamento. Questo abbassamento di livello della falda provoca la conseguente infiltrazione delle acque marine salate e fortemente inquinate. Il livello di salinità e di nitrati, indice di inquinamento da scarichi incontrollati, ben al di sopra dei limiti standard imposti dal World Health Organization (WHO) rendono l'acqua della falda non potabile. Appena il 10% dell'acqua di falda è potabile e uno studio delle Nazioni Unite(1- unrwa) prevede che per l'anno 2016 tale falda diverrà inutilizzabile. 
La pessima qualità dell'acqua non è un problema di secondaria importanza, infatti uno studio di Oxfam(13- oxfam) rivela che la diarrea provocata da acqua contaminata è la causa del 12% delle morti infantili.
Salute
Il tasso di mortalità infantile(14- world bank) è pari a 20 per ogni 1000 nati vivi.
I problemi che devono affrontare gli ospedali di Gaza, come già visto, sono dovuti alle continue interruzioni di corrente e alla cattiva qualità dell'acqua che provocano spesso avarie e rotture degli strumenti ospedalieri. 
I pazienti inoltre si vedono molto spesso negare da Israele, che controlla i confini, le autorizzazioni a lasciare la Striscia di Gaza per cercare cure all'estero in ospedali più all'avanguardia o semplicemente meglio riforniti perché in paesi non sotto embargo e occupazione militare. 
Un dato interessante è il numero di letti per ogni 1000 persone pari a 1.3.(15- pcbs) A seguito del previsto incremento demografico, per mantenere questo comunque basso numero di posti letto dovrebbero essere costruiti entro il 2020 nuovi ospedali per un totale di circa 650 nuovi posti letto. 
C'è da chiedersi ancora una volta come e dove sia possibile costruirli visto il blocco delle merci in ingresso imposto da Israele e un'area già densamente popolata dove è difficile trovare nuovi spazi.

È chiaro a questo punto come le già impossibili condizioni di vita dei Gazawi siano destinate a peggiorare se non viene immediatamente interrotto il blocco attuato da Israele che è una punizione collettiva imposta a tutti i cittadini della Striscia di Gaza per aver eletto il governo di Hamas non gradito agli Israeliani. Visto che delle sorti dei Palestinesi non sembra interessare a nessuno, infatti Israele porta avanti il suo piano di sterminio e pulizia etnica ormai da decenni nel silenzioso consenso generale, faccio appello a tutte le associazioni ambientali, o a difesa degli animali, per fermare questo scempio. La politica israeliana danneggia l'ambiente e distrugge la vita di milioni di pesci innocenti. Dove siete ambientalisti? Cosa aspettate a protestare? Speriamo almeno che, così come Al Capone fu condannato per evasione fiscale, Israele venga incriminato per danneggiamenti ambientali.*

* nota alla comprensione del testo: la parte in corsivo è ironica. Non si sa mai...con certi chiorboni (et voilà) in giro per il mondo è facile essere fraintesi!

(15- pcbs) http://www.pcbs.gov.ps/site/881/default.aspx#Health





A United Nations study(1- unrwa) estimates there will be a population of 2.1 million people in Gaza Strip in the year 2020.
Currently it is estimated that there are over 1.6 million forced to live in an area of about 365 km squared. This means the population density is about 4,500 people per km squared.
It is expected to grow to 5,835 people per km squared in 2020. Gaza Strip has the rueful record of being one of the most densely populated areas in the world. In fact it's much like Mexico City and Rio de Janeiro.
The list of problems of living in such Latin American cities is notoriously long. In effect, making an area so densely populated liveable requires a huge effort even under normal conditions. A fully functional infrastructure is a necessity for quality life to exist in these areas.
For example, aqueducts for the regular supply of drinking water, sewerage networks and water sanitation, a regular supply of electricity, efficient social services such as schools and hospitals are needed.. etc. Try to imagine now the same management problems in a socio-political and economic context like the Gaza Strip. It is a place that is subject to a strict embargo, or rather it's a place that has a general blockade imposed upon it for more than six years. The Israeli blockade breaks numerous international laws. It denies the most basic human rights and collectively punishes all of the Gaza inhabitants. In many ways it's passively accepted by the international community, if not totally supported by many other states. Anyone, who has the courage, patience and resolve to live in Gaza Strip can see the results of this criminal blockade.
Here are some basic issues the inhabitants have to constantly deal with.
Food Security:
The first fact that stands out is the high percentage, 80%(2- ochaopt blockade) of Gazans who are aid recipients.
It is clear that in a densely populated, highly urbanized area that is subjected to a blockade that the food self-sufficiency becomes essential. It is equally clear that the restrictions forced upon this small area by the Israeli government is not helpful in any way with regard to free movement and work on arable land and access to fish at sea. It simply hinders Gazans ability to achieve food self-sufficiency. The ploy to prevent Gazans survival, without dignity, and to force them to depend on foreign aid is controlled by the Zionist regime. This fact becomes evident by observing the following data-
35%(3- ochaopt ara) of agricultural land can't be reached by the farmers for it's located in the "High Risk Area" (1500 meters from the border) or in the so-called "No-Go Zone" (500 meters from the border). Israeli soldiers shoot at farmers and at 85% of the area Palestinian's fish at. This includes where the main sardine shoals are found which is to date inaccessible. In the last year Israeli naval forces have increased their attacks against fishermen by 23%.(4- wfp)
The result of such a racist and genocidal policy is that 57% of the population is suffering from food insecurity.(5- ochaopt blockade)
It would to do some degree have a semblance of humaneness if the farmers were able to cultivate their lands and the fishermen to fish in their 20 nautical miles of sea, thereby respecting the international agreements of Oslo in 1995. This would allow an immediate improvement in the diet of Gazans. Yet those that are enforcing an apartheid system on the tiny Palestinian enclave are aggressively pursuing forms of collective punishment against the civilian population.
Economy:
The 6 year restriction of goods and people's mobility have destroyed the economy that was already devastated by the previous military oppression, thereby leaving Gaza Strip with an unemployment rate of 34.5%(5- ochaopt blockade)
The continuous prohibition of exported goods from Gaza Strip into the previous markets, such as the West Bank and 1948 Palestine, has prevented the economy to grow, hence a high rate of unemployment. This has forced the population to survive under nominal levels of well-being. They have thus become dependent on external aid, which is of course controlled and capitalized on by the Israeli government.
If these catastrophic numbers are combined with the damage caused by the last two Israeli attacks (Operation Cast Lead in December 2008 - January 2009 and Pillar of Defence in November 2012) the difficulties become apparent. The economy can't recover, therefore Gaza Strip is forced to depend on the industrious use of tunnels and humanitarian aid.
Tunnels:
There's no reliable data on the tunnels, as it is an illegal activity, yet I argue it is also a completely legitimate business. For it sprang up to circumvent the illegal, illegitimate and inhumane enclosure.
According to a study of the Peace Research Institute Oslo(6- rafah border) along the 14 km of the southern border there are about 600 tunnels connecting Gaza Strip with Egypt, which allow the Gazans to survive.
Some numeric data, of course unofficial and difficult to prove, says that 80% of imports in Gaza is through tunnels and the volume of goods passing through the tunnels are 4 times higher than the ones imported through Israeli borders.
The restrictions on imports of goods, even of relief goods, combined with a high unemployment rate have naturally brought thousands of people, many of them being children, to be employed in the dangerous tunnels industry. Considering that 48.2% of the population is under 18 years old and that 38.4% of children live below the poverty line it's obvious that children are forced to do dangerous work.(7- pcbs 1863)
In a social context providing job opportunities and having a well trained, youth can have positive consequences on the economy once these young people reach the working age. In contrast, if the economy does not provide opportunities, and emigration is limited, the only consequences will be social tension, violence and political extremism due to the lack of meaningful alternatives.
Education:
There is nothing reassuring about not having any future prospects for the numerous Gazan teenagers. Yet well educated people are many in Gaza according to the official data. In fact the literacy rate was 95.3% in 2011.(8- pcbs educ)
When analyzing such information it unveils, when comparing literacy rates with population growth, that in Gaza Strip there is a shortage of schools, even now. This doesn't even speak of the increasing population or the number of students per class, which on average is over 30.
The question thus emerges; how can enough new schools be built if the Israeli blockade also prevents the entry of many building materials?
It is true that some NGO's and the UN are allowed to bring in material for schools, materials that are largely bought in Israel I must add; but can this aid dependency economy be truly sufficient?
Basic Infrastructure:
It's a losing battle when trying to develop the basic infrastructure at the same speed of a rapid population growth. This is especially so without material means, given that the embargo prevents entry of much building materials and considering that many existing basic infrastructures have been damaged by Israeli bombings.
For example, the description of one of the most key infrastructures shed light on how difficult it can be.
Electricity:
In Gaza Strip electricity is distributed by the Gaza Electricity Distribution Company (GEDCo) owned jointly by the municipalities (50%) and by the Palestinian Authority (50%).(9- public services under hamas)
The GEDCo current capacity for electricity supply is 222 MW against a demand of 360 MW (in 2012). But how does GEDCo produce electricity? And where does GEDCo receive it from? The GEDCo receives electricity for about 54% from the Israel government (120MW), and about 10% from Egypt (22MW). The remaining is approximately 36% (80MW) from the Gaza Power Plant powered by diesel fuel.(10- ochaopt electricity)
Since February 2012, the shortage of diesel caused by the blockade imposed by Israel has forced Gaza's power plant to operate at one-third of its operational capacity. They schedule a 6-18 hour blackout per day. You do not need much imagination to understand how these daily cuts of energy effect the people.
Hospitals, have the average waiting times for surgery doubled, from 3 to 6 months since February 2012.
The desalination plant, whose average production level has dropped by 60% since the beginning of the year means more toxic effluent is being dumped into the local aquifer and the Mediterranean sea.
Aquaculture farms, due to the reduced capacity to filter and oxygenate water caused by the irregular power supply, have lost 16 tonnes of fish since March 2012.
There is an attempt to remedy the continuing blackout with private diesel generators, but it is a vicious circle because the Gaza Power Plant has been forced to operate at reduced capacity because of a severe fuel shortage. Under these conditions and without an immediate end to the blockade it will be impossible to cope with the increased energy demand due to the population growth.
The only long-term solution is renewable alternative energy, but any solution is unfeasible because the blockade prevents the entry of a significant portion of construction materials. There would be an off-shore reservoir of natural gas with a high degree of purity in front of Gaza Strip, but Israel controls land and sea. In this way it prevents the exploitation of one of Palestine's most precious natural resources.
Speaking of valuable natural resources, all of these treasures are stolen to a large degree from Palestine.
Water:
Two different aspects are related to the water topic- the management (collection, storage, treatment and disposal) of waste water or sewage and the management of drinking water.
Concerning sewage, the existing lack of an adequate sewerage system is due to the collapse of a treatment plant and wastewater tank that caused the uncontrolled flow of a large amount of untreated sewage in the environment.(11- unep gaza)
Once again, it's hard to acquire building materials in the Gaza Strip. So it's difficult to renew the wastewater treatment industry and have a drainage system, though advancements are being made. The results of this situation are 90,000 m3 of untreated water is being dumped into the sea every day.(5- ochaopt blockade)
In another mathematical way of expressing the amount ejected from Gaza Strip, 90 million liters of untreated water are dumped daily into the Mediterranean Sea. I hope Israeli politicians are be satisfied with the full results of their policy, for Israelis and tourists are swimming in the Palestinian excrement.

Regarding the drinking water the situation is not any better.
With no perennial streams and low rainfall, Gaza relies almost completely on the underlying coastal aquifer and obviously on the import of what the Israeli government allots, which is less than one-tenth of the global World Health Organization standard according to the Palestinian Water Authority.
Current extraction of water from the aquifer is insufficient to meet the water demand when considering that it dramatically reduces the level of water in the aquifer. In fact the underground aquifer is partly replenished by rainfall and runoff from the Hebron hills in the West Bank at a rate below the current emptying rate. This lowering of the groundwater level causes the subsequent infiltration of sea water, which is salty and highly polluted. Salinity levels and the nitrate pollution index from uncontrolled sewage is also well above the World Health Organization (WHO) standard limits. This makes the aquifer water not potable. The percentage of drinking water from the aquifer is only 10%, and a study of the United Nations provides that by the year 2016 this aquifer will become unusable.(1- unrwa)
The poor water quality is not an issue of secondary importance. In fact a study by Oxfam reveals that diarrhea, caused by contaminated drinking water, is the cause of 12% of infant deaths.(13- oxfam)
Health:
The infant mortality rate stands at 20 per 1000 live births.(14- world bank)
Allow me to underscore again that the problems faced by Gaza's hospitals are due to continuous blackouts and the water quality that often causes damage and breakage of hospital instruments.
Permits for people seeking medical aid in the Gaza Strip are often denied by Israeli border control. The patients are looking for treatment abroad in more advanced hospitals because in Gaza Strip they simply don't have a hospital with many advanced medical technologies due to the military occupation.
An interesting fact is the current ratio of 1.3 hospital beds per 1,000 people.(15- pcbs)
Based on population projections, maintaining the current ratio of hospital beds would require almost 650 additional beds by 2020.
It makes you wonder how and where it is possible to build new hospitals due to the blockade imposed by Israel in an already densely populated area where it is difficult to find new spaces.

The blockade is a collective punishment on all citizens of Gaza Strip for having elected the Hamas government, which is not accepted by the Israeli government.
This racist regime controlling all of Palestine has carried out its plan of extermination and ethnic cleansing since Hamas' take over, and it did so before the election of the Hamas government. For decades these atrocities have gone on while the international community allows for it. I even call on all human rights and
environmental groups to stop this mess. The Israeli policy damages the environment and destroys those living in it. Simply put something must be done immediately to cease such horrid actions.


(15- pcbs) http://www.pcbs.gov.ps/site/881/default.aspx#Health



Un estudio de las Naciones Unidas(1- unrwa) proporciona en Gaza durante el año 2020 una población de 2,1 millones de personas (de una población estimada actualmente en alrededor de 1,6 millones), obligadas a vivir en un área de alrededor de 365 km2. Con una densidad poblacional actual de alrededor de 4.500 personas por km2, destinada a crecer hasta 5.835 personas por km2 en 2020, Gaza tiene la dudosa distinción de ser una de las zonas más densamente pobladas del mundo, como Ciudad de México y Río de Janeiro. Creo que todos conozcan los problemas para vivir bien en estas dos famosas ciudades del continente latinoamericano. De hecho, hacer habitable área tan densamente pobladas requiere un gran esfuerzo, incluso en condiciones normales, ya que son necesarias las infraestructuras básicas totalmente funcionales como acueductos para el suministro regular de agua potable, alcantarillado y saneamiento, suministro regular de electricidad, los servicios sociales eficientes como escuelas y hospitales, etc. Se imagine ahora los mismos problemas de gestión en un sistema socio-político y económico como el de la Franja de Gaza, sujeto a un embargo, o más bien a un bloque general, por más de seis años (desde junio de 2007). El bloqueo impuesto por Israel, en contra de cualquier ley internacional, es una negación de los más elementales derechos humanos y es un castigo colectivo contra toda la población de Gaza, aceptado pasivamente, si no apoyado por todos los demás estados. Los resultados de este bloqueo cobarde y criminal son evidentes para cualquier persona que tenga el coraje, la paciencia y la fuerza para vivir en Gaza.
Pero que es lo que ocurre en Gaza, todos los días?
Seguridad alimentaria
Con respecto a la seguridad alimentaria, el primer hecho desde que llama la atención es el elevado porcentaje de 80%(2- ochaopt blockade) de los residentes que dependen de la ayuda humanitaria. Es evidente que en una zona densamente poblada y altamente urbanizada y sometida a un bloqueo la autosuficiencia alimentaria es fundamental. Pero es igualmente claro que las restricciones impuestas por Israel con respecto a la libre circulación, el movimiento y el trabajo en las tierras de cultivo y en el mar no ayudan, sino que obstaculizan el logro de la autosuficiencia alimentaria. El plan criminal israelí para impedir que los habitantes de Gaza sobrevivan con dignidad y forzarlos a depender de la ayuda exterior, controlada por Israel, es evidente al observar los siguientes datos(3- ochaopt ara): el 35% de la tierra cultivable no puede ser alcanzada por los campesinos propietarios, ya que se encuentra en la "High Risk Area" (1.500 metros de la frontera), o la llamada "No-Go Zone" (500 metros de la frontera), en donde los soldados israelíes disparan a los campesinos e incluso el 85% de las aguas de pesca palestinas, donde generalmente se pescan la sardinas, son inaccesibles. En el último año se ha producido un aumento en los ataques por parte del ejército israelí contra los pescadores de 23%.(4 - wfp)
Resultado de esta política racista y genocida es: el 57%(5- ochaopt blockade) de la población sufre de inseguridad alimentaria.
Sería suficiente permitir a los agricultores cultivar todas sus tierras y a los pescadores pescar en las 20 millas náuticas, en respeto a los acuerdos internacionales de Oslo en 1995, para permitir una mejoría inmediata de la situación en Gaza, pero Israel está llevando a cabo su propósito criminal de castigo colectivo en contra de toda la población civil de Gaza.
Economía
Los 6 años de bloqueo y las restricciones de la circulación de mercancías y personas mataron una economía ya disfuncional, por la ocupación militar anterior, dejando Gaza con una tasa de desempleo del 34,5%.(5- ochaopt blockade)
Las prohibiciones de las exportaciones desde la Franja de Gaza en los mercados tradicionales de la West Bank y la Palestina de 1948 (el ahora llamado Israel), y las limitaciones de acceso al mar y a la tierra de cultivo, impiden a la economía crecer y mantienen una alta tasa de desempleo obligando a la población a sobrevivir por debajo de los niveles normales de bienestar y depender de la ayuda externa (de la que Israel sigue controlando el tráfico).
Si estos inquietantes datos se combinan a los daños causados por los dos últimos ataques israelíes (la Operación Plomo Fundido en diciembre de 2008 y enero de 2009 y Pilar de Defensa en noviembre de 2012) entendemos lo difícil que es para la economía de Gaza recuperarse y como en este momento Gaza sea obligada a depender de la industria de los túneles y de la ayuda humanitaria.
Túnel
No existen datos fiables sobre los túneles, ya que es una actividad ilegal, pero totalmente legítimas, creadas para eludir el bloqueo ilegal, ilegítimo e inhumano impuesto por Israel. Según un estudio del Peace Research Institute Oslo a lo largo de los 14 kilómetros de frontera cerca de 600(6- rafah border) túneles, que permiten la supervivencia de Gaza, unen la Franja de Gaza con Egipto. Algunos datos, por supuesto no oficial y difícil de probar, dicen que el 80% de las importaciones en Gaza es a través de túneles y el volumen de las mercancías que pasa por los túneles es 4 veces mayor que él "regularmente" importado a través de las fronteras de Israel.
Las restricciones sobre las importaciones de bienes también de primera necesidad, combinadas con una alta tasa de desempleo han llevado naturalmente a miles de personas, muchos de ellos niños, a ser empleados en la peligrosa industria de los túneles. Teniendo en cuenta que el 48,2% de la población está por debajo de la edad de 18 años y que el 38,4% de los niños vive por debajo del umbral de pobreza(7- pcbs 1863) está claro por qué los niños son obligados a los trabajos más peligrosos.
En un contexto social que ofrece oportunidades de empleo, el alto porcentaje de jóvenes, con una buena educación escolar y bien formados, podría tener un efecto positivo en la economía cuando estos jóvenes lleguen a la edad de trabajo. Al contario en una sociedad sin oportunidades de empleo en donde el bloqueo israelí impide también la emigración, las únicas consecuencia serán el malestar social, la violencia y el extremismo político por falta de alternativas y de posibilidad de una vida pacífica.
Educación
En este escenario muy poco tranquilizador y sin perspectivas de futuro, hay que añadir el problema de que a los jovenes que quieren ir a la universidad no está permitido salir de la Franja de Gaza a causa del bloqueo impuesto por Israel. Y hay muchos jovenes bien educados en Gaza, ya que según los datos oficiales el grado de alfabetización es igual a 95,3%(8- pcbs educ) (año 2011). Analizando los datos de la alfabetización cuidadosamente y comparandolos con el crecimiento de la población surge un problema considerable: en Gaza, hay una escasez de escuelas, porque en este momento, sin mencionar el aumento de la población, el número de alumnos por clase es superior a 30. Pero dado que el bloqueo israelí impide la entrada de materiales de construcción ¿cómo construir nuevas escuelas?
Es cierto que algunas ONG y las Naciones Unidas pueden traer material en la Franja de Gaza para las escuelas, en gran medida adquirido en Israel, pero ¿esta economía dependiente de las ayudas puede ser verdaderamente suficiente?
Infraestructuras Básicas
Asegurarse de que la infraestructura básica permanezcan en sintonía con las necesidades de una población cada vez mayor, en una zona de alta densidad de población es una batalla perdida, sobre todo sin los medios, ya que el bloqueo impide la entrada de cualquier material de construcción y dado que muchas de las infraestructuras básicas fueron dañados por los bombardeos israelíes pasados. Es interesante analizar con más detalle la situación de algunas de estas infraestructuras.
Electricidad
La electricidad se distribuye en Gaza por la Gaza Electricity Distribution Company (GEDCo), que es 50% propiedad de los municipios y 50% parte de la Autoridad Palestina.(9- public services under hamas)
La capacidad actual del suministro de energía eléctrica por la GEDCo es 222MW contra una demanda de 360 MW (en el 2012). Pero ¿cómo produce y de dónde recibe electricidad la GEDCo? La GEDCo recibe electricidad por alrededor de 54% de Israel (120 MW), por alrededor de 10% de Egipto (22MW) y el restante aproximadamente 36% por la planta de Gaza alimentada con combustible diesel (80MW).(10- ochaopt electricity)
A partir de febrero de 2012 la escasez de diesel, causada por el bloqueo impuesto por Israel, Gaza ha obligado a la planta de Gaza a trabajar por una tercera parte de la capacidad operativa y a programar apagón de 6 a 18 horas al día.
No se necesita mucha imaginación para comprender cómo estos apagones diarios de energía causan grandes problemas:

  • a los hospitales donde los tiempos de espera para las operaciones se duplicaron (de 3 a 6 meses) a partir de febrero 2012;
  • a la planta de tratamiento de aguas residuales (que trataré más adelante);
  • a la planta desaladora, cuyo nivel de producción se ha reducido un 60% desde el comienzo del año;
  • a la acuicultura en donde la reducción de la capacidad de filtración y oxigenación de las aguas causada por los cortes de energía produjo perdidas, en marzo de 2012, de 16 toneladas de pescado;
  • a las familias etc.
Se trata de remediar los apagones continuos con generadores privados alimentados con gasóleo, pero es es un círculo vicioso porque es precisamente la escasez de combustible debida al bloqueo israelí que ha obligado la planta de Gaza a trabajar con reducida capacidad. En estas condiciones y sin inmediato fin al bloqueo criminal impuesto por Israel será imposible hacer frente a la creciente demanda de energía debida al crecimiento de la población. La única solución es pensar en energías alternativas, pero ninguna solución es realizable debido al bloqueo que impide la entrada de materiales de construcción. Habría también una reserva de gas natural con un alto grado de pureza en las aguas de Gaza, pero Israel controla la tierra y el mar y de esta manera previene la explotación de este recurso.
Agua
Dos aspectos diferentes están relacionados con el tema agua: la gestión (recogida, almacenamiento, tratamiento y disposición final) de aguas residuales (comúnmente "aguas negras") y la gestión del agua potable.
En cuanto a las aguas residuales, a la falta de un sistema adecuado de alcantarillado hay que añadir el colapso de un tanque de la planta de tratamiento de aguas residuales que causó el derrame incontrolado de una gran cantidad de aguas residuales no tratadas.(11- unep gaza) Incluso hoy, debido al bloqueo impuesto por Israel, con la complicidad de muchos estados que se quedan silentes, está impedido la entrada en Gaza de materiales de construcción, y por eso es prácticamente imposible reconstruir la planta de tratamiento de aguas residuales y un sistema de alcantarillado adecuado. Resultado de esta situación son 90.000 m3 de aguas residuales no tratada descargadas cada día en el mar.(5- ochaopt blockade) Tal vez es bueno repetir con números y palabras más comprensibles este desastre ambiental de proporciones gigantescas causado por una política israelí obtusa y racista: 90 millones de litros de aguas negras no tratadas se vierten todos los días en nuestro mar Mediterráneo. Estarán satisfechos los políticos israelíes de los resultados obtenidos y serán igualmente felices todos los israelíes y los turistas de nadar en la mierda Palestina!

En cuanto al agua potable, la situación no es mejor.
Por falta de ríos y con un clima bastante seco y con pocas lluvias, Gaza depende casi en su totalidad del acuífero costero y por supuesto también de la importación de agua desde Israel (menos de una décima parte del requisito estándar) de acuerdo con la Palestinian Water Authority.
La extracción actual del acuífero subterráneo es insuficiente para satisfacer la demanda de agua y al mismo tiempo reduce dramáticamente el nivel de agua en el acuífero. De hecho, el almacenamiento subterráneo se llena por la precipitación y la escorrentía desde las colinas de Hebrón (Cisjordania), a una velocidad inferior a la velocidad de vaciado. Esta reducción del nivel del acuífero provoca la infiltración de agua de mar salada y altamente contaminada. El nivel de salinidad y de nitratos, índice de contaminación por descargas incontroladas, muy por encima de los límites de las normas establecidas por el World Health Organization (WHO) convierten el agua del acuífero en agua no potable. Sólo el 10% de las aguas subterráneas es potable y un estudio de las Naciones Unidas(1- unrwa) establece que para el año 2016 este acuífero será inutilizable.
La mala calidad del agua no es un problema de importancia secundaria, de hecho un estudio realizado por Oxfam(13- oxfam) revela que la diarrea causada por el agua potable contaminada es la causa del 12% de las muertes infantiles.
Salud
La tasa de mortalidad infantil(14- world bank) es de 20 por cada 1.000 nacidos vivos.
Los problemas que enfrentan los hospitales de Gaza, como ya se ha visto, son debidos a los continuos cortes de energía y a la mala calidad del agua que a menudo causan daños y roturas de los instrumentos del hospital.
Los pacientes también muy a menudo se ven negado por Israel, que controla las fronteras, el permiso para salir de la Franja para buscar tratamiento en el extranjero en hospitales más avanzados o simplemente mejores provistos porque en países que no están bajo embargo y ocupación militar.
Un dato interesante es el número de camas por cada 1,000 personas igual a 1,3.(15- pcbs) Como resultado del previsto aumento de la población para mantener este ya bajo número de camas se debería construir entre el 2020 nuevos hospitales por un total de 650 camas nuevas.
Hay que preguntarse una vez más, cómo y dónde se puede construir visto el bloqueo de las mercancías entrantes impuesto por Israel y un área ya densamente poblada donde es difícil encontrar nuevos espacios.

Está claro ahora cómo las imposibles condiciones de vida de Gaza empeorarán si no se detiene inmediatamente el bloqueo impuesto por Israel, que es un castigo colectivo impuesto a todos los ciudadanos de la Franja de Gaza por haber elegido el gobierno de Hamas que no es aceptable para los israelíes. Dado que el destino de los palestinos no parece ser de interés para cualquier persona, de hecho Israel lleva a cabo su plan de exterminio y limpieza étnica desde hace décadas en el silencioso consenso general, hago un llamamiento a todos los grupos ambientales o de derechos de los animales, para detener esta masacre. La política israelí perjudica el medio ambiente y destruye las vidas de millones de peces inocentes. ¿Dónde están los ambientalistas? ¿Qué están esperando para protestar? Esperemos que, como Al Capone fue condenado por evasión de impuestos, Israel sea llamado a responder por daños ambientales.*

* nota para la comprensión del texto: la parte cursiva es irónica. Nunca se sabe ... con tantos cabezones duros que hay en este mundo ¡es fácil de ser mal entendido!