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“Sai, Stellina, non ho ricevuto molte risposte al referendum. Le poche risposte erano esattamente divise a metà fra chi voleva che continuassi a parlarti e chi invece era stanco e annoiato da queste mie conversazioni con te."
Poi senza più sapere se ho una stellina che mi protegge e che mi ascolta continuo: “In compenso ho ricevuto una valanga di baci che quasi mi soffocavano e così tanti sospiri che il più potente degli uragani sembrava una leggera brezza al confronto.”
“Perchè allora non costruisci una centrale eolica e così risolvi il problema dell’elettricità a Gaza?” mi chiede sarcastica la mia Stellina... o almeno credo di sentirla.
Ma guarda, penso io, allora ogni tanto mi risponde... quando vuole mi sente e mi parla... Ma senza soffermarmi troppo su questi pensieri le rispondo: “Forse da lassù noi esseri umani ti sembriamo tutti uguali, ma devi sapere che qua ci sono alcuni uomini che costringono altri uomini ad una vita di stenti e di sopravvivenza. Per l'appunto a Gaza, fra le altre cose, non entra praticamente più nessun materiale da costruzione. In queste condizioni è impossibile costruire qualcosa di grande come una centrale eolica. A dire il vero una soluzione potrebbero essere mini turbine eoliche costruite con materiali di riciclo sufficienti a produrre elettricità per piccole famiglie... magari qualcuno realizzerà l’idea leggendo questa lettera!” Poi proseguo “Ma non è di questo che adesso voglio parlarti. In fin dei conti noi siamo sempre stati bravi solo a raccontarci storie, così ti voglio raccontare La Storia del Topolino Piccolo.”
E con la stessa morte nel cuore con cui un tempo le damigelle inviavano lettere ai loro amori in battaglia, o con cui oggi molti palestinesi inviano lettere ai loro parenti tenuti ingiustamente prigionieri in qualche carcere israeliano a tempo indeterminato, senza sapere se questa lettera raggiungerà mai il suo destinatario, inizio a raccontare:
«C’era una volta un Topolino Piccolo che viveva in un piccolo buchino, nel muro di una piccola cucina in una casina molto piccola. La piccola cucina era illuminata da una piccola lucina posta proprio accanto al piccolo buchino dove viveva il Topolino Piccolo. Ogni volta che il Topolino Piccolo metteva il suo piccolo nasino fuori dal piccolo buchino per cercare un piccolo formaggino da mangiare, ecco che un’ombra grande grande spaventava il povero Topolino Piccolo. Così il Topolino Piccolo rientrava subito nel suo buchino, spaventato dall’ombra molto grande prodotta dalla piccola lucina.
Chissà che gattone grande ci sarà la fuori, pensava tutto tremante il Topolino Piccolo spaventato dalla grande ombra nera del suo piccolo nasino che la piccola lucina proiettava sul muro della piccola cucina.
Un bel giorno la lucina piccola si spense e l’inganno della grande ombra finì.
Allora il Topolino Piccolo potè finalmente uscire dal buchino e andare in giro per la piccola cucina a cercare il formaggino da mangiare. Ma dopo tanto girare trovò solo poche briciole e nessun formaggino, mangiato tanto tempo prima da chissà chi.»
Ormai abituato a parlare da solo, sicuro però che almeno il mare mi ascolta, mi rivolgo alla mia Stellina e dico:
“Non c’è bisogno che ti spieghi che nella storiella era tutto piccolo proprio come piccoli siamo noi, che siamo solo un puntino minuscolo nell’universo. Tu che sei una stellina questo lo sai bene, vero?”
Ricevuto come risposta il solito puntuale deprimente silenzio mi incammino verso casa convinto che verrà il giorno in cui riceverò tutte le risposte che cerco e che non mi sono mai state date. Ma, ironia della sorte, sono anche convinto che a quel punto avrò perso qualsiasi interesse per qualsiasi tipo di risposta. Vedremo.
Premesso che le morali nelle storie non mi sono mai piaciute perchè tutte le morali sono solo dei tranelli...
Morale 1: Non abbiate paura della vostra stessa ombra.
Morale 2: Prendete coraggio e fate il primo passo prima che sia troppo tardi.
Morale 3: Si ha la luce solo se si paga la bolletta (eccetto se si vive a Gaza*).
La 'Morale 3' vi sembra stupida? Sostituite la piccola lucina con il progetto sionista. Basta spengere l’interruttore (i soldi) e non ci sarà più nessuna luce.
Adesso potete anche sostituire la lucina con il capitalismo, con lo sfruttamento delle risorse del pianeta o con i soprusi dei più forti sui più deboli. Al posto del Topolino Piccolo potete mettere il popolo sfruttato e al posto del formaggino la giustizia, il sogno o l’utopia.
* La mancanza di gasolio necessario per alimentare la centrale elettrica di Gaza, causata dal blocco israeliano e dalla distruzione dei tunnel a Rafah lungo il confine egiziano, sta causando un forte incremento dei black out giornalieri che provoca enormi danni soprattutto negli ospedali.
Poi senza più sapere se ho una stellina che mi protegge e che mi ascolta continuo: “In compenso ho ricevuto una valanga di baci che quasi mi soffocavano e così tanti sospiri che il più potente degli uragani sembrava una leggera brezza al confronto.”
“Perchè allora non costruisci una centrale eolica e così risolvi il problema dell’elettricità a Gaza?” mi chiede sarcastica la mia Stellina... o almeno credo di sentirla.
Ma guarda, penso io, allora ogni tanto mi risponde... quando vuole mi sente e mi parla... Ma senza soffermarmi troppo su questi pensieri le rispondo: “Forse da lassù noi esseri umani ti sembriamo tutti uguali, ma devi sapere che qua ci sono alcuni uomini che costringono altri uomini ad una vita di stenti e di sopravvivenza. Per l'appunto a Gaza, fra le altre cose, non entra praticamente più nessun materiale da costruzione. In queste condizioni è impossibile costruire qualcosa di grande come una centrale eolica. A dire il vero una soluzione potrebbero essere mini turbine eoliche costruite con materiali di riciclo sufficienti a produrre elettricità per piccole famiglie... magari qualcuno realizzerà l’idea leggendo questa lettera!” Poi proseguo “Ma non è di questo che adesso voglio parlarti. In fin dei conti noi siamo sempre stati bravi solo a raccontarci storie, così ti voglio raccontare La Storia del Topolino Piccolo.”
E con la stessa morte nel cuore con cui un tempo le damigelle inviavano lettere ai loro amori in battaglia, o con cui oggi molti palestinesi inviano lettere ai loro parenti tenuti ingiustamente prigionieri in qualche carcere israeliano a tempo indeterminato, senza sapere se questa lettera raggiungerà mai il suo destinatario, inizio a raccontare:
«C’era una volta un Topolino Piccolo che viveva in un piccolo buchino, nel muro di una piccola cucina in una casina molto piccola. La piccola cucina era illuminata da una piccola lucina posta proprio accanto al piccolo buchino dove viveva il Topolino Piccolo. Ogni volta che il Topolino Piccolo metteva il suo piccolo nasino fuori dal piccolo buchino per cercare un piccolo formaggino da mangiare, ecco che un’ombra grande grande spaventava il povero Topolino Piccolo. Così il Topolino Piccolo rientrava subito nel suo buchino, spaventato dall’ombra molto grande prodotta dalla piccola lucina.
Chissà che gattone grande ci sarà la fuori, pensava tutto tremante il Topolino Piccolo spaventato dalla grande ombra nera del suo piccolo nasino che la piccola lucina proiettava sul muro della piccola cucina.
Un bel giorno la lucina piccola si spense e l’inganno della grande ombra finì.
Allora il Topolino Piccolo potè finalmente uscire dal buchino e andare in giro per la piccola cucina a cercare il formaggino da mangiare. Ma dopo tanto girare trovò solo poche briciole e nessun formaggino, mangiato tanto tempo prima da chissà chi.»
Ormai abituato a parlare da solo, sicuro però che almeno il mare mi ascolta, mi rivolgo alla mia Stellina e dico:
“Non c’è bisogno che ti spieghi che nella storiella era tutto piccolo proprio come piccoli siamo noi, che siamo solo un puntino minuscolo nell’universo. Tu che sei una stellina questo lo sai bene, vero?”
Ricevuto come risposta il solito puntuale deprimente silenzio mi incammino verso casa convinto che verrà il giorno in cui riceverò tutte le risposte che cerco e che non mi sono mai state date. Ma, ironia della sorte, sono anche convinto che a quel punto avrò perso qualsiasi interesse per qualsiasi tipo di risposta. Vedremo.
Premesso che le morali nelle storie non mi sono mai piaciute perchè tutte le morali sono solo dei tranelli...
Morale 1: Non abbiate paura della vostra stessa ombra.
Morale 2: Prendete coraggio e fate il primo passo prima che sia troppo tardi.
Morale 3: Si ha la luce solo se si paga la bolletta (eccetto se si vive a Gaza*).
La 'Morale 3' vi sembra stupida? Sostituite la piccola lucina con il progetto sionista. Basta spengere l’interruttore (i soldi) e non ci sarà più nessuna luce.
Adesso potete anche sostituire la lucina con il capitalismo, con lo sfruttamento delle risorse del pianeta o con i soprusi dei più forti sui più deboli. Al posto del Topolino Piccolo potete mettere il popolo sfruttato e al posto del formaggino la giustizia, il sogno o l’utopia.
* La mancanza di gasolio necessario per alimentare la centrale elettrica di Gaza, causata dal blocco israeliano e dalla distruzione dei tunnel a Rafah lungo il confine egiziano, sta causando un forte incremento dei black out giornalieri che provoca enormi danni soprattutto negli ospedali.
"I have not received many answers to my referendum, my Little Star and the few ones were exactly divided in half between those who wanted me to continue to talk to you and those tired and bored with my conversations with you."
Then, not knowing if I have anymore a little star protecting and listening to me I say: "But I received an avalanche of kisses that almost choked me, and so many sighs that the most powerful hurricane seems like a breeze by comparison."
"So why don’t you build a wind power plant? You could solve the problem of electricity in Gaza!" My Little Star sarcastically asks me... or at least I guess she said it and in the same moment I think: what a coincidence, sometimes she answers me... when she wants she can hear me and talk to me. But I don’t dwell too much on these thoughts and I reply: "Maybe from above humans look alike to you, but you should know that here there are some men forcing other men to live a very hard life. That’s why for example in Gaza building materials can not enter. Under these conditions it is impossible to build something as big as a wind power plant. To tell the truth, a solution could be little wind turbines built with recycled materials that are sufficient to produce electricity for small families... after reading this letter maybe someone will realize the idea!
Then I continue: "But this is not what I want to tell you now. After all we've always been only good at telling stories each others, so now I want to tell you The History of the Little Mouse."
So very sadly, like long time ago a young woman sent letters to her beloved in battle or today many Palestinians send letters to their relatives unjustly held prisoners in Israeli jails indefinitely, without knowing if this letter will ever reach its recipient, I begin to tell:
«Once upon a time a Little Mouse lived in a small hole, in the wall of a small kitchen, in a tiny little house. The small kitchen was lighted by a small light placed right next to the little hole where the Little Mouse lived. Whenever the Little Mouse put his little nose out of the little hole to look for a small cheese to eat, a very big shadow scared him. So the Little Mouse immediately came back in his little hole, terrified by the very big shadow created by the small light.
There must be a very big cat out there, the Little Mouse thought trembling. He was very scared by the big black shadow of his little nose that the small light drew on the wall of the small kitchen.
One fine day, the small light switched off and the trick of the big shadow ended. So the Little Mouse was finally able to get out of the little hole and go around the small kitchen to look for the little cheese to eat. But he found only a few crumbs and no cheese because someone ate it long time before.»
Used to talking to myself, sure, however, that at least the sea listens to me, I ask to my Little Star:
"I don’t have to explain to you that in the story all things were very little because we're just a tiny dot in the universe. You are a little star and you know that, don’t you?"
Like usual I received a depressing silent response, so I walked home thinking that one day I will receive all the answers I’m looking for and that I have never got so far. But, ironically, I am also convinced that at that point I will have lost all interest in any kind of response. We'll see.
Given that I never like morals of the stories because all final options are just a trap...
Moral 1: Do not be afraid of your own shadow.
Moral 2: Be brave and make the first step before it is too late.
Moral 3: You will have light at your home only if you pay your bill (except if you are living in Gaza*).
The " Moral 3" seems stupid? Replace the small light with the Zionist project. Just turn off the switch (money) and there will be no light.
Now you can also replace the small light with capitalism, or with the exploitation of the planet's resources or with the abuses of the powerful people over the poor people. Instead of the Little Mouse you can put exploited people, and you can replace cheese with justice, dreams or utopia.
* The lack of fuel for the Gaza power plant, due to the Israeli blockade and the destruction of tunnels in Rafah along the Egyptian border, is causing a very big increase in daily blackouts which causes enormous damage especially in the hospitals.
Then, not knowing if I have anymore a little star protecting and listening to me I say: "But I received an avalanche of kisses that almost choked me, and so many sighs that the most powerful hurricane seems like a breeze by comparison."
"So why don’t you build a wind power plant? You could solve the problem of electricity in Gaza!" My Little Star sarcastically asks me... or at least I guess she said it and in the same moment I think: what a coincidence, sometimes she answers me... when she wants she can hear me and talk to me. But I don’t dwell too much on these thoughts and I reply: "Maybe from above humans look alike to you, but you should know that here there are some men forcing other men to live a very hard life. That’s why for example in Gaza building materials can not enter. Under these conditions it is impossible to build something as big as a wind power plant. To tell the truth, a solution could be little wind turbines built with recycled materials that are sufficient to produce electricity for small families... after reading this letter maybe someone will realize the idea!
Then I continue: "But this is not what I want to tell you now. After all we've always been only good at telling stories each others, so now I want to tell you The History of the Little Mouse."
So very sadly, like long time ago a young woman sent letters to her beloved in battle or today many Palestinians send letters to their relatives unjustly held prisoners in Israeli jails indefinitely, without knowing if this letter will ever reach its recipient, I begin to tell:
«Once upon a time a Little Mouse lived in a small hole, in the wall of a small kitchen, in a tiny little house. The small kitchen was lighted by a small light placed right next to the little hole where the Little Mouse lived. Whenever the Little Mouse put his little nose out of the little hole to look for a small cheese to eat, a very big shadow scared him. So the Little Mouse immediately came back in his little hole, terrified by the very big shadow created by the small light.
There must be a very big cat out there, the Little Mouse thought trembling. He was very scared by the big black shadow of his little nose that the small light drew on the wall of the small kitchen.
One fine day, the small light switched off and the trick of the big shadow ended. So the Little Mouse was finally able to get out of the little hole and go around the small kitchen to look for the little cheese to eat. But he found only a few crumbs and no cheese because someone ate it long time before.»
Used to talking to myself, sure, however, that at least the sea listens to me, I ask to my Little Star:
"I don’t have to explain to you that in the story all things were very little because we're just a tiny dot in the universe. You are a little star and you know that, don’t you?"
Like usual I received a depressing silent response, so I walked home thinking that one day I will receive all the answers I’m looking for and that I have never got so far. But, ironically, I am also convinced that at that point I will have lost all interest in any kind of response. We'll see.
Given that I never like morals of the stories because all final options are just a trap...
Moral 1: Do not be afraid of your own shadow.
Moral 2: Be brave and make the first step before it is too late.
Moral 3: You will have light at your home only if you pay your bill (except if you are living in Gaza*).
The " Moral 3" seems stupid? Replace the small light with the Zionist project. Just turn off the switch (money) and there will be no light.
Now you can also replace the small light with capitalism, or with the exploitation of the planet's resources or with the abuses of the powerful people over the poor people. Instead of the Little Mouse you can put exploited people, and you can replace cheese with justice, dreams or utopia.
* The lack of fuel for the Gaza power plant, due to the Israeli blockade and the destruction of tunnels in Rafah along the Egyptian border, is causing a very big increase in daily blackouts which causes enormous damage especially in the hospitals.
"¿Sabes Estrellita que no he recibido muchas respuestas a mi consulta? Las pocas respuestas se dividían exactamente entre los que querían que continuara a hablar contigo y los que estaban cansados y aburridos de estas conversaciones".
Luego sin saber más si tengo una estrellita que me protege y que me cuida siguo hablando: "En cambio, recibí una avalancha de besos que casi me ahogo, y tantos suspiros que el huracán más poderoso parecía una brisa en comparación."
"¿Por qué no construyes un parque eólico y así resuelves el problema de la electricidad en Gaza?" me pregunta con sarcasmo mi Estrellita, o por lo menos creo de haberla oída.
Mira, pienso, de vez en cuando me contesta... cuando quiere me escucha y me habla... Pero sin pararme demasiado en estos pensamientos le digo: "Puede ser que de ahí arriba los seres humanos todos se parezcan, pero debes saber que aquí hay algunos hombres que obligan a otros hombres a vivir una vida de penurias. Por eso en Gaza entre otras cosas no entra prácticamente ningún tipo de material de construcción. Bajo estas condiciones, es imposible construir algo tan grande como un parque eólico. En realidad una solución podría ser la realización de mini-eólicas construidas con material reciclado que serían suficientes por el consumo de familias individuales... quien sabe que alguien no realice esta idea por leer esta carta." Luego sigo "Pero esto no es lo que ahora quiero contarte. Al final, siempre hemos sido buenos solo para contarnos historias, así que quiero contarte la historia de El Ratoncito Pequeño." Y con el mismo dolor en el corazón, con el que una vez las damas enviaban cartas a sus amados en batalla, o con el que ahora muchos palestinos envían cartas a sus familiares presos injustamente y mantenidos en las prisiones israelí indefinidamente, sin saber si esta carta nunca llegará a su destinatario, empiezo a contar:
«Había una vez un Ratoncito Pequeño que vivía en un pequeño agujero en la pared de una pequeña cocina en una pequeña casita. La pequeña cocina estaba iluminada por una pequeña lucecita situada justo al lado del pequeño agujerito donde vivía el Ratoncito Pequeño. Cada vez que el Ratoncito Pequeño ponía su pequeña nariz afuera del pequeño agujerito para buscar un pequeño queso de comer, una gran sombra asustaba al pobre Ratoncito Pequeño. Así que él inmediatamente regresaba en su pequeño agujero, asustado por la gran sombra producida por la pequeña lucecita.
Debe estar un gran gato allá afuera, pensaba temblando el Ratoncito Pequeño asustado por la grande sombra negra de su pequeña nariz que la pequeña lucecita proyectaba sobre la pared de la pequeña cocina.
Un buen día, la pequeña lucecita se apagó y el engaño de la gran sombra terminó. Entonces el Ratoncito Pequeño finalmente pudo salir del pequeño agujero e ir alrededor de la pequeña cocina a buscar el quesito para comer. Pero después de dar muchas vueltas encontró sólo unas pocas migajas y no queso comido hace mucho tiempo atrás por alguien.»
Acostumbrado a hablar solo, convencido sin embargo que al menos el mar me escucha, digo a mi Estrellita:
"No hace falta que te explique que en la historia todos estaba pequeño así como pequeños somos nosotros, que sólo somos un pequeño punto en el universo. Tú, que eres una estrella esto ya lo sabes muy bien ¿verdad?"
Después de recibir el sólito deprimente silencio como respuesta, me voy a mi casa convencido de que vendrá el día en que recibiré todas las respuestas que busco y que nunca me han dado. Pero, irónicamente, estoy también convencido de que en ese momento habré perdido todo el interés en cualquier tipo de respuesta. Ya veremos.
Dado que la moraleja de las historias nunca me ha gustado porque todas son sólo trampas...
Moraleja 1: No tengan miedo de sus propias sombras.
Moraleja 2: ¡Ánimo! Y den el primer paso antes de que sea demasiado tarde.
Moraleja 3: Hay luz solamente si se pagan las facturas (excepto en Gaza*).
La "Moraleja 3" parece estúpida? Sustituyen la pequeña lucecita con el proyecto sionista. Es suficiente apagar el interruptor (el dinero) y no habrá luz.
Ahora pueden también reemplazar la pequeña luz con el capitalismo, con la explotación de los recursos del planeta o con los abusos de los hombres más fuertes sobre los débiles. En lugar del Ratoncito Pequeños pongan el pueblo explotado y en lugar del queso la justicia, los sueños o la utopía.
* La falta de combustible necesario para alimentar la central eléctrica de Gaza, causada por el bloqueo israelí y la destrucción de los túneles de Rafah en la frontera egipcia, está provocando un aumento significativo de los apagones diarios que causa daños masivos, especialmente en los hospitales.
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