22/07/13

Daily life in Gaza - The Slow Genocide

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Uno studio delle Nazioni Unite(1- unrwa)  prevede a Gaza per l'anno 2020 una popolazione pari a 2.1 milioni di persone (a partire da una popolazione attualmente stimata pari a circa 1.6 milioni) costretta a vivere in un'area di circa 365 Km2. Con una densità di popolazione attuale di circa 4.500 persone per Km2  destinata a crescere fino a 5.835 persone per Km2 nel 2020, Gaza ha il triste primato di essere una delle aree più densamente popolate al mondo, ai livelli di Città del Messico e Rio de Janeiro. Credo che i problemi di vivibilità di queste due famose città del continente Latinoamericano siano noti a tutti. Infatti rendere vivibile un'area così densamente popolata richiede un enorme sforzo anche in condizioni normali, perché sono necessarie infrastrutture di base perfettamente funzionanti come acquedotti per la fornitura regolare di acqua potabile, fognature e servizi igienico-sanitari, fornitura regolare di energia elettrica, servizi sociali efficienti come scuole e ospedali etc. 
Immaginate gli stessi problemi di gestione in un contesto socio-politico ed economico come quello della Striscia di Gaza, oggetto di un embargo, o meglio di un blocco generale, da più di sei anni (giugno 2007). Il blocco imposto da Israele, contro qualsiasi legge internazionale, è una negazione dei più elementari diritti umani e una punizione collettiva contro tutta la popolazione di Gaza, passivamente accettata se non addirittura incredibilmente appoggiata da tutti gli altri Stati. I risultati di questo blocco vigliacco e criminale sono sotto gli occhi di chiunque abbia il coraggio, la pazienza e la forza di vivere a Gaza.
Ma cosa succede a Gaza, tutti i giorni?
Sicurezza alimentare
Riguardo alla sicurezza alimentare e ai mezzi di sussistenza, il primo dato che colpisce è l'elevatissima percentuale 80%(2- ochaopt blockade) di abitanti che dipende dagli aiuti umanitari. È chiaro come in un territorio densamente popolato, fortemente urbanizzato e sottoposto ad un blocco totale l'autosufficienza alimentare sia fondamentale. Ma è altrettanto chiaro come le restrizioni imposte unilateralmente da Israele riguardo alla libera circolazione, movimento e lavoro sui terreni coltivabili e in mare non aiutano, ma piuttosto intralciano il raggiungimento dell'autosufficienza alimentare. Il piano criminale israeliano di impedire alla popolazione di Gaza di sopravvivere dignitosamente e costringerla a dipendere dagli aiuti esterni, che Israele controlla, risulta evidente osservando i seguenti dati(3- ochaopt ara): il 35% delle terre coltivabili non è raggiungibile dai contadini, legittimi proprietari, perchè situato in “High Risk Area” (1500 metri dal confine) o nella cosiddetta “No-Go Zone” (500 metri dal confine) dove i militari israeliani sparano a vista e addirittura l'85% delle acque di pesca palestinesi, dove generalmente si effettua la pesca alle sardine, sono inaccessibili. Nell'ultimo anno è stato registrato un aumento degli attacchi della marina militare nei confronti dei pescatori del 23%.(4- wfp)
Risultato di questa politica assassina e razzista è il 57%(5- ochaopt blockade) della popolazione affetta da insicurezza alimentare. 
Sarebbe sufficiente permettere ai contadini di coltivare tutte le loro terre e ai pescatori di pescare nelle 20 miglia nautiche, rispettando gli accordi internazionali di Oslo del 1995, per consentire un immediato miglioramento della dieta alimentare dei Gazawi, ma Israele porta avanti il suo progetto criminale di punizione collettiva contro tutta la popolazione civile di Gaza.
Economia
I 6 anni di blocco e limitazioni di movimento di merci e persone hanno colpito a morte un'economia già disastrata a seguito della precedente occupazione militare, lasciando Gaza con un tasso di disoccupazione pari al 34,5%.(5- ochaopt blockade)
La continua proibizione delle esportazioni dalla Striscia di Gaza verso i tradizionali mercati di West Bank e della Palestina del 1948 (oggi chiamato Israele), e le limitazioni di accesso al mare e alle terre coltivabili, impediscono all'economia di crescere e mantengono elevato il tasso di disoccupazione costringendo la popolazione a sopravvivere sotto i normali livelli di benessere e a dipendere dagli aiuti esterni (di cui comunque Israele controlla il traffico).
Se a questi già preoccupanti dati si uniscono i danni causati dagli ultimi due attacchi israeliani (Operation Cast Lead nel dicembre 2008 - gennaio 2009 e Pillar of Defence nel novembre 2012) si capisce come sia difficile per l'economia di Gaza risollevarsi e come in questo momento sia costretta a dipendere dall'industria dei tunnel e dagli aiuti umanitari.
Tunnel
Sui tunnel non esistono dati certi in quanto è un'attività illegale, ma del tutto legittima, nata per eludere il blocco illegale, illegittimo e inumano imposto da Israele. Secondo uno studio del Peace Research Institute Oslo lungo i 14 Km di confine circa 600(6- rafah border) tunnel artigianali, che consentono la sopravvivenza ai Gazawi, uniscono la Striscia di Gaza con l'Egitto. Alcuni dati, ovviamente non ufficiali e difficilmente dimostrabili, affermano che l'80% delle importazioni di Gaza avviene attraverso i tunnel e il volume delle merci che passa attraverso i tunnel è 4 volte superiore rispetto a quello “regolarmente” importato attraverso i confini israeliani. Le restrizioni sulle importazioni delle merci anche di prima necessità, unite ad un elevato tasso di disoccupazione hanno naturalmente portato migliaia di persone, molte delle quali bambini, ad impiegarsi nell'industria artigianale e pericolosa dei tunnel. Considerando che il 48.2% della popolazione ha un'età inferiore ai 18 anni e che il 38.4% dei bambini vive sotto la soglia della povertà(7- pcbs 1863) è evidente il motivo per cui i bambini sono costretti ai lavori più pericolosi.
In un contesto sociale che offre opportunità lavorative, l'elevata percentuale di giovani, con una buona educazione scolastica e ben formati, potrebbe avere un effetto positivo sull'economia quando questi giovani raggiungeranno l'età lavorativa. Al contrario in una società senza sbocchi lavorativi dove il blocco israeliano impedisce anche l'emigrazione, le uniche conseguenze saranno la tensione sociale, la violenza, e l'estremizzazione politica per mancanza di alternative e di possibilità di una vita serena.
Educazione
A questo scenario poco rassicurante e senza prospettive future, va aggiunto il problema che ai ragazzi che vogliono frequentare l'università, per colpa del blocco imposto da Israele, non è permesso comunque lasciare la Striscia di Gaza. E i ragazzi ben istruiti sono molti a Gaza, visto che secondo i dati ufficiali il grado di alfabetizzazione è pari al 95.3%(8- pcbs educ) (dato del 2011). Analizzando più attentamente i dati di alfabetizzazione e confrontandoli con l'incremento demografico emerge un problema non secondario: a Gaza c'è una carenza di scuole, perché già adesso, senza contare l'incremento demografico, il numero di studenti per classe è superiore a 30.
Ma come costruire le nuove scuole visto che il blocco israeliano impedisce anche l'ingresso dei materiali da costruzione?
È vero che alcune ONG e le Nazioni Unite sono autorizzati a portare dentro la Striscia di Gaza materiale per le scuole, fra l'altro in gran parte acquistato in Israele, ma può questa economia dipendente dagli aiuti essere davvero sufficiente?
Infrastrutture di base
Fare in modo che le infrastrutture di base si mantengano al passo con le esigenze di una popolazione in forte crescita, in un'area ad altissima densità di popolazione è una battaglia persa in partenza, soprattutto senza mezzi, visto che il blocco impedisce l'ingresso di qualsiasi materiale da costruzione e visto che molte delle infrastrutture di base sono state danneggiate dai passati bombardamenti israeliani. È interessante analizzare più in dettaglio lo stato di alcune di queste infrastrutture.
Elettricità
L'energia elettrica a Gaza è distribuita dalla Gaza Electricity Distribution Company (GEDCo) che è partecipata al 50% dai comuni e al 50% dall'Autorità Palestinese.(9- public services under hamas)
L'attuale capacità di fornitura di energia elettrica da parte della GEDCo è di 222MW a fronte di una richiesta di 360MW (dati del 2012). Ma come produce o da dove riceve l'energia elettrica la GEDCo? La GEDCo riceve energia elettrica per il 54% circa da Israele (120MW), per il 10% circa dall'Egitto (22MW) e il restante 36% circa dall'impianto di Gaza alimentato a gasolio (80MW).(10- ochaopt electricity)
A partire da Febbraio 2012, la carenza di gasolio, provocata dal blocco imposto da Israele, ha costretto l'impianto di Gaza a lavorare ad un terzo della capacità operativa e a programmare blackout di 6-18 ore al giorno.
Non serve molta fantasia per capire come queste interruzioni giornaliere di energia provochino grossi problemi:
  • agli ospedali dove i tempi di attesa per le operazioni sono raddoppiati (da 3 a 6 mesi) da febbraio 2012;
  • all'impianto di trattamento delle acque reflue (di cui parlerò più avanti);
  • all'impianto dissalatore il cui livello di produzione è sceso del 60% dall'inizio dell'anno;
  • alle aziende di acquacultura dove la ridotta capacità di filtrazione e ossigenazione dell'acqua provocata dalle interruzioni di corrente ha fatto perdere, da marzo 2012, 16 tonnellate di pesce;
  • alle famiglie etc.

Si cerca di rimediare ai continui blackout con generatori privati alimentati a gasolio, ma è un circolo vizioso proprio perché è a causa del blocco israeliano che la scarsità di gasolio ha costretto l'impianto di Gaza a lavorare a ridotta capacità! In queste condizioni e senza la fine immediata del blocco criminale imposto da Israele sarà impossibile far fronte all'aumento di richiesta di energia dovuto all'incremento demografico. L'unica soluzione è pensare ad energie alternative, ma qualsiasi soluzione è irrealizzabile a causa del blocco che impedisce l'ingresso dei materiali da costruzione.
Esisterebbe anche un giacimento di gas metano ad elevato grado di purezza a largo delle acque di Gaza, ma Israele controlla terra e mare e impedisce in questo modo lo sfruttamento di tale risorsa.
Acqua
Due diversi aspetti riguardano l'argomento acqua: la gestione (raccolta, stoccaggio, trattamento e smaltimento) delle acque reflue, ovvero delle acque nere (volgarmente “di fogna”) e la gestione delle acque potabili.
Per quanto riguarda le acque reflue, alla preesistente mancanza di un sistema fognario adeguato va aggiunto il collasso di una vasca dell'impianto di trattamento delle acque reflue che ha generato lo sversamento incontrollato nell'ambiente di una grande quantità di acque reflue non trattate.(11- unep gaza) Tuttora, per colpa del blocco imposto da Israele, con la complicità di tutti gli altri Stati che non intervengono, viene impedito l'ingresso nella Striscia di Gaza dei materiali da costruzione e praticamente viene resa impossibile la ricostruzione dell'impianto di trattamento delle acque reflue e di una rete fognaria adeguata. Risultato di questa situazione sono 90.000 m3 di acqua non trattata scaricati ogni giorno in mare.(5- ochaopt blockadeForse è bene ripetere ancora una volta con numeri e parole più comprensibili questo disastro ambientale di proporzioni gigantesche causato da una politica israeliana ottusa e razzista: 90 milioni di litri di acque nere non trattate vengono scaricate ogni giorno nel Mare Mediterraneo. Saranno contenti i politici israeliani dei risultati ottenuti e saranno altrettanto contenti israeliani e turisti di farsi il bagno nella merda palestinese!
Correnti superficiali nel Mar Mediterraneo(12- mediterranean surface currents)

Per quanto riguarda l'acqua potabile la situazione non è affatto migliore. 
Mancando fiumi ed avendo un clima piuttosto secco con scarse precipitazioni Gaza si affida quasi completamente alla falda acquifera costiera ed ovviamente anche all'importazione di acqua da Israele (meno di un decimo del fabbisogno standard) secondo la Palestinian Water Authority.
L'attuale estrazione dalla falda acquifera sotterranea è insufficiente a soddisfare la richiesta di acqua e nello stesso tempo riduce drasticamente il livello di acqua nella falda. Infatti il deposito sotterraneo viene riempito, dalle precipitazioni e dai deflussi provenienti dalle colline di Hebron (West Bank), ad una velocità inferiore rispetto alla velocità di svuotamento. Questo abbassamento di livello della falda provoca la conseguente infiltrazione delle acque marine salate e fortemente inquinate. Il livello di salinità e di nitrati, indice di inquinamento da scarichi incontrollati, ben al di sopra dei limiti standard imposti dal World Health Organization (WHO) rendono l'acqua della falda non potabile. Appena il 10% dell'acqua di falda è potabile e uno studio delle Nazioni Unite(1- unrwa) prevede che per l'anno 2016 tale falda diverrà inutilizzabile. 
La pessima qualità dell'acqua non è un problema di secondaria importanza, infatti uno studio di Oxfam(13- oxfam) rivela che la diarrea provocata da acqua contaminata è la causa del 12% delle morti infantili.
Salute
Il tasso di mortalità infantile(14- world bank) è pari a 20 per ogni 1000 nati vivi.
I problemi che devono affrontare gli ospedali di Gaza, come già visto, sono dovuti alle continue interruzioni di corrente e alla cattiva qualità dell'acqua che provocano spesso avarie e rotture degli strumenti ospedalieri. 
I pazienti inoltre si vedono molto spesso negare da Israele, che controlla i confini, le autorizzazioni a lasciare la Striscia di Gaza per cercare cure all'estero in ospedali più all'avanguardia o semplicemente meglio riforniti perché in paesi non sotto embargo e occupazione militare. 
Un dato interessante è il numero di letti per ogni 1000 persone pari a 1.3.(15- pcbs) A seguito del previsto incremento demografico, per mantenere questo comunque basso numero di posti letto dovrebbero essere costruiti entro il 2020 nuovi ospedali per un totale di circa 650 nuovi posti letto. 
C'è da chiedersi ancora una volta come e dove sia possibile costruirli visto il blocco delle merci in ingresso imposto da Israele e un'area già densamente popolata dove è difficile trovare nuovi spazi.

È chiaro a questo punto come le già impossibili condizioni di vita dei Gazawi siano destinate a peggiorare se non viene immediatamente interrotto il blocco attuato da Israele che è una punizione collettiva imposta a tutti i cittadini della Striscia di Gaza per aver eletto il governo di Hamas non gradito agli Israeliani. Visto che delle sorti dei Palestinesi non sembra interessare a nessuno, infatti Israele porta avanti il suo piano di sterminio e pulizia etnica ormai da decenni nel silenzioso consenso generale, faccio appello a tutte le associazioni ambientali, o a difesa degli animali, per fermare questo scempio. La politica israeliana danneggia l'ambiente e distrugge la vita di milioni di pesci innocenti. Dove siete ambientalisti? Cosa aspettate a protestare? Speriamo almeno che, così come Al Capone fu condannato per evasione fiscale, Israele venga incriminato per danneggiamenti ambientali.*

* nota alla comprensione del testo: la parte in corsivo è ironica. Non si sa mai...con certi chiorboni (et voilà) in giro per il mondo è facile essere fraintesi!

(15- pcbs) http://www.pcbs.gov.ps/site/881/default.aspx#Health





A United Nations study(1- unrwa) estimates there will be a population of 2.1 million people in Gaza Strip in the year 2020.
Currently it is estimated that there are over 1.6 million forced to live in an area of about 365 km squared. This means the population density is about 4,500 people per km squared.
It is expected to grow to 5,835 people per km squared in 2020. Gaza Strip has the rueful record of being one of the most densely populated areas in the world. In fact it's much like Mexico City and Rio de Janeiro.
The list of problems of living in such Latin American cities is notoriously long. In effect, making an area so densely populated liveable requires a huge effort even under normal conditions. A fully functional infrastructure is a necessity for quality life to exist in these areas.
For example, aqueducts for the regular supply of drinking water, sewerage networks and water sanitation, a regular supply of electricity, efficient social services such as schools and hospitals are needed.. etc. Try to imagine now the same management problems in a socio-political and economic context like the Gaza Strip. It is a place that is subject to a strict embargo, or rather it's a place that has a general blockade imposed upon it for more than six years. The Israeli blockade breaks numerous international laws. It denies the most basic human rights and collectively punishes all of the Gaza inhabitants. In many ways it's passively accepted by the international community, if not totally supported by many other states. Anyone, who has the courage, patience and resolve to live in Gaza Strip can see the results of this criminal blockade.
Here are some basic issues the inhabitants have to constantly deal with.
Food Security:
The first fact that stands out is the high percentage, 80%(2- ochaopt blockade) of Gazans who are aid recipients.
It is clear that in a densely populated, highly urbanized area that is subjected to a blockade that the food self-sufficiency becomes essential. It is equally clear that the restrictions forced upon this small area by the Israeli government is not helpful in any way with regard to free movement and work on arable land and access to fish at sea. It simply hinders Gazans ability to achieve food self-sufficiency. The ploy to prevent Gazans survival, without dignity, and to force them to depend on foreign aid is controlled by the Zionist regime. This fact becomes evident by observing the following data-
35%(3- ochaopt ara) of agricultural land can't be reached by the farmers for it's located in the "High Risk Area" (1500 meters from the border) or in the so-called "No-Go Zone" (500 meters from the border). Israeli soldiers shoot at farmers and at 85% of the area Palestinian's fish at. This includes where the main sardine shoals are found which is to date inaccessible. In the last year Israeli naval forces have increased their attacks against fishermen by 23%.(4- wfp)
The result of such a racist and genocidal policy is that 57% of the population is suffering from food insecurity.(5- ochaopt blockade)
It would to do some degree have a semblance of humaneness if the farmers were able to cultivate their lands and the fishermen to fish in their 20 nautical miles of sea, thereby respecting the international agreements of Oslo in 1995. This would allow an immediate improvement in the diet of Gazans. Yet those that are enforcing an apartheid system on the tiny Palestinian enclave are aggressively pursuing forms of collective punishment against the civilian population.
Economy:
The 6 year restriction of goods and people's mobility have destroyed the economy that was already devastated by the previous military oppression, thereby leaving Gaza Strip with an unemployment rate of 34.5%(5- ochaopt blockade)
The continuous prohibition of exported goods from Gaza Strip into the previous markets, such as the West Bank and 1948 Palestine, has prevented the economy to grow, hence a high rate of unemployment. This has forced the population to survive under nominal levels of well-being. They have thus become dependent on external aid, which is of course controlled and capitalized on by the Israeli government.
If these catastrophic numbers are combined with the damage caused by the last two Israeli attacks (Operation Cast Lead in December 2008 - January 2009 and Pillar of Defence in November 2012) the difficulties become apparent. The economy can't recover, therefore Gaza Strip is forced to depend on the industrious use of tunnels and humanitarian aid.
Tunnels:
There's no reliable data on the tunnels, as it is an illegal activity, yet I argue it is also a completely legitimate business. For it sprang up to circumvent the illegal, illegitimate and inhumane enclosure.
According to a study of the Peace Research Institute Oslo(6- rafah border) along the 14 km of the southern border there are about 600 tunnels connecting Gaza Strip with Egypt, which allow the Gazans to survive.
Some numeric data, of course unofficial and difficult to prove, says that 80% of imports in Gaza is through tunnels and the volume of goods passing through the tunnels are 4 times higher than the ones imported through Israeli borders.
The restrictions on imports of goods, even of relief goods, combined with a high unemployment rate have naturally brought thousands of people, many of them being children, to be employed in the dangerous tunnels industry. Considering that 48.2% of the population is under 18 years old and that 38.4% of children live below the poverty line it's obvious that children are forced to do dangerous work.(7- pcbs 1863)
In a social context providing job opportunities and having a well trained, youth can have positive consequences on the economy once these young people reach the working age. In contrast, if the economy does not provide opportunities, and emigration is limited, the only consequences will be social tension, violence and political extremism due to the lack of meaningful alternatives.
Education:
There is nothing reassuring about not having any future prospects for the numerous Gazan teenagers. Yet well educated people are many in Gaza according to the official data. In fact the literacy rate was 95.3% in 2011.(8- pcbs educ)
When analyzing such information it unveils, when comparing literacy rates with population growth, that in Gaza Strip there is a shortage of schools, even now. This doesn't even speak of the increasing population or the number of students per class, which on average is over 30.
The question thus emerges; how can enough new schools be built if the Israeli blockade also prevents the entry of many building materials?
It is true that some NGO's and the UN are allowed to bring in material for schools, materials that are largely bought in Israel I must add; but can this aid dependency economy be truly sufficient?
Basic Infrastructure:
It's a losing battle when trying to develop the basic infrastructure at the same speed of a rapid population growth. This is especially so without material means, given that the embargo prevents entry of much building materials and considering that many existing basic infrastructures have been damaged by Israeli bombings.
For example, the description of one of the most key infrastructures shed light on how difficult it can be.
Electricity:
In Gaza Strip electricity is distributed by the Gaza Electricity Distribution Company (GEDCo) owned jointly by the municipalities (50%) and by the Palestinian Authority (50%).(9- public services under hamas)
The GEDCo current capacity for electricity supply is 222 MW against a demand of 360 MW (in 2012). But how does GEDCo produce electricity? And where does GEDCo receive it from? The GEDCo receives electricity for about 54% from the Israel government (120MW), and about 10% from Egypt (22MW). The remaining is approximately 36% (80MW) from the Gaza Power Plant powered by diesel fuel.(10- ochaopt electricity)
Since February 2012, the shortage of diesel caused by the blockade imposed by Israel has forced Gaza's power plant to operate at one-third of its operational capacity. They schedule a 6-18 hour blackout per day. You do not need much imagination to understand how these daily cuts of energy effect the people.
Hospitals, have the average waiting times for surgery doubled, from 3 to 6 months since February 2012.
The desalination plant, whose average production level has dropped by 60% since the beginning of the year means more toxic effluent is being dumped into the local aquifer and the Mediterranean sea.
Aquaculture farms, due to the reduced capacity to filter and oxygenate water caused by the irregular power supply, have lost 16 tonnes of fish since March 2012.
There is an attempt to remedy the continuing blackout with private diesel generators, but it is a vicious circle because the Gaza Power Plant has been forced to operate at reduced capacity because of a severe fuel shortage. Under these conditions and without an immediate end to the blockade it will be impossible to cope with the increased energy demand due to the population growth.
The only long-term solution is renewable alternative energy, but any solution is unfeasible because the blockade prevents the entry of a significant portion of construction materials. There would be an off-shore reservoir of natural gas with a high degree of purity in front of Gaza Strip, but Israel controls land and sea. In this way it prevents the exploitation of one of Palestine's most precious natural resources.
Speaking of valuable natural resources, all of these treasures are stolen to a large degree from Palestine.
Water:
Two different aspects are related to the water topic- the management (collection, storage, treatment and disposal) of waste water or sewage and the management of drinking water.
Concerning sewage, the existing lack of an adequate sewerage system is due to the collapse of a treatment plant and wastewater tank that caused the uncontrolled flow of a large amount of untreated sewage in the environment.(11- unep gaza)
Once again, it's hard to acquire building materials in the Gaza Strip. So it's difficult to renew the wastewater treatment industry and have a drainage system, though advancements are being made. The results of this situation are 90,000 m3 of untreated water is being dumped into the sea every day.(5- ochaopt blockade)
In another mathematical way of expressing the amount ejected from Gaza Strip, 90 million liters of untreated water are dumped daily into the Mediterranean Sea. I hope Israeli politicians are be satisfied with the full results of their policy, for Israelis and tourists are swimming in the Palestinian excrement.

Regarding the drinking water the situation is not any better.
With no perennial streams and low rainfall, Gaza relies almost completely on the underlying coastal aquifer and obviously on the import of what the Israeli government allots, which is less than one-tenth of the global World Health Organization standard according to the Palestinian Water Authority.
Current extraction of water from the aquifer is insufficient to meet the water demand when considering that it dramatically reduces the level of water in the aquifer. In fact the underground aquifer is partly replenished by rainfall and runoff from the Hebron hills in the West Bank at a rate below the current emptying rate. This lowering of the groundwater level causes the subsequent infiltration of sea water, which is salty and highly polluted. Salinity levels and the nitrate pollution index from uncontrolled sewage is also well above the World Health Organization (WHO) standard limits. This makes the aquifer water not potable. The percentage of drinking water from the aquifer is only 10%, and a study of the United Nations provides that by the year 2016 this aquifer will become unusable.(1- unrwa)
The poor water quality is not an issue of secondary importance. In fact a study by Oxfam reveals that diarrhea, caused by contaminated drinking water, is the cause of 12% of infant deaths.(13- oxfam)
Health:
The infant mortality rate stands at 20 per 1000 live births.(14- world bank)
Allow me to underscore again that the problems faced by Gaza's hospitals are due to continuous blackouts and the water quality that often causes damage and breakage of hospital instruments.
Permits for people seeking medical aid in the Gaza Strip are often denied by Israeli border control. The patients are looking for treatment abroad in more advanced hospitals because in Gaza Strip they simply don't have a hospital with many advanced medical technologies due to the military occupation.
An interesting fact is the current ratio of 1.3 hospital beds per 1,000 people.(15- pcbs)
Based on population projections, maintaining the current ratio of hospital beds would require almost 650 additional beds by 2020.
It makes you wonder how and where it is possible to build new hospitals due to the blockade imposed by Israel in an already densely populated area where it is difficult to find new spaces.

The blockade is a collective punishment on all citizens of Gaza Strip for having elected the Hamas government, which is not accepted by the Israeli government.
This racist regime controlling all of Palestine has carried out its plan of extermination and ethnic cleansing since Hamas' take over, and it did so before the election of the Hamas government. For decades these atrocities have gone on while the international community allows for it. I even call on all human rights and
environmental groups to stop this mess. The Israeli policy damages the environment and destroys those living in it. Simply put something must be done immediately to cease such horrid actions.


(15- pcbs) http://www.pcbs.gov.ps/site/881/default.aspx#Health



Un estudio de las Naciones Unidas(1- unrwa) proporciona en Gaza durante el año 2020 una población de 2,1 millones de personas (de una población estimada actualmente en alrededor de 1,6 millones), obligadas a vivir en un área de alrededor de 365 km2. Con una densidad poblacional actual de alrededor de 4.500 personas por km2, destinada a crecer hasta 5.835 personas por km2 en 2020, Gaza tiene la dudosa distinción de ser una de las zonas más densamente pobladas del mundo, como Ciudad de México y Río de Janeiro. Creo que todos conozcan los problemas para vivir bien en estas dos famosas ciudades del continente latinoamericano. De hecho, hacer habitable área tan densamente pobladas requiere un gran esfuerzo, incluso en condiciones normales, ya que son necesarias las infraestructuras básicas totalmente funcionales como acueductos para el suministro regular de agua potable, alcantarillado y saneamiento, suministro regular de electricidad, los servicios sociales eficientes como escuelas y hospitales, etc. Se imagine ahora los mismos problemas de gestión en un sistema socio-político y económico como el de la Franja de Gaza, sujeto a un embargo, o más bien a un bloque general, por más de seis años (desde junio de 2007). El bloqueo impuesto por Israel, en contra de cualquier ley internacional, es una negación de los más elementales derechos humanos y es un castigo colectivo contra toda la población de Gaza, aceptado pasivamente, si no apoyado por todos los demás estados. Los resultados de este bloqueo cobarde y criminal son evidentes para cualquier persona que tenga el coraje, la paciencia y la fuerza para vivir en Gaza.
Pero que es lo que ocurre en Gaza, todos los días?
Seguridad alimentaria
Con respecto a la seguridad alimentaria, el primer hecho desde que llama la atención es el elevado porcentaje de 80%(2- ochaopt blockade) de los residentes que dependen de la ayuda humanitaria. Es evidente que en una zona densamente poblada y altamente urbanizada y sometida a un bloqueo la autosuficiencia alimentaria es fundamental. Pero es igualmente claro que las restricciones impuestas por Israel con respecto a la libre circulación, el movimiento y el trabajo en las tierras de cultivo y en el mar no ayudan, sino que obstaculizan el logro de la autosuficiencia alimentaria. El plan criminal israelí para impedir que los habitantes de Gaza sobrevivan con dignidad y forzarlos a depender de la ayuda exterior, controlada por Israel, es evidente al observar los siguientes datos(3- ochaopt ara): el 35% de la tierra cultivable no puede ser alcanzada por los campesinos propietarios, ya que se encuentra en la "High Risk Area" (1.500 metros de la frontera), o la llamada "No-Go Zone" (500 metros de la frontera), en donde los soldados israelíes disparan a los campesinos e incluso el 85% de las aguas de pesca palestinas, donde generalmente se pescan la sardinas, son inaccesibles. En el último año se ha producido un aumento en los ataques por parte del ejército israelí contra los pescadores de 23%.(4 - wfp)
Resultado de esta política racista y genocida es: el 57%(5- ochaopt blockade) de la población sufre de inseguridad alimentaria.
Sería suficiente permitir a los agricultores cultivar todas sus tierras y a los pescadores pescar en las 20 millas náuticas, en respeto a los acuerdos internacionales de Oslo en 1995, para permitir una mejoría inmediata de la situación en Gaza, pero Israel está llevando a cabo su propósito criminal de castigo colectivo en contra de toda la población civil de Gaza.
Economía
Los 6 años de bloqueo y las restricciones de la circulación de mercancías y personas mataron una economía ya disfuncional, por la ocupación militar anterior, dejando Gaza con una tasa de desempleo del 34,5%.(5- ochaopt blockade)
Las prohibiciones de las exportaciones desde la Franja de Gaza en los mercados tradicionales de la West Bank y la Palestina de 1948 (el ahora llamado Israel), y las limitaciones de acceso al mar y a la tierra de cultivo, impiden a la economía crecer y mantienen una alta tasa de desempleo obligando a la población a sobrevivir por debajo de los niveles normales de bienestar y depender de la ayuda externa (de la que Israel sigue controlando el tráfico).
Si estos inquietantes datos se combinan a los daños causados por los dos últimos ataques israelíes (la Operación Plomo Fundido en diciembre de 2008 y enero de 2009 y Pilar de Defensa en noviembre de 2012) entendemos lo difícil que es para la economía de Gaza recuperarse y como en este momento Gaza sea obligada a depender de la industria de los túneles y de la ayuda humanitaria.
Túnel
No existen datos fiables sobre los túneles, ya que es una actividad ilegal, pero totalmente legítimas, creadas para eludir el bloqueo ilegal, ilegítimo e inhumano impuesto por Israel. Según un estudio del Peace Research Institute Oslo a lo largo de los 14 kilómetros de frontera cerca de 600(6- rafah border) túneles, que permiten la supervivencia de Gaza, unen la Franja de Gaza con Egipto. Algunos datos, por supuesto no oficial y difícil de probar, dicen que el 80% de las importaciones en Gaza es a través de túneles y el volumen de las mercancías que pasa por los túneles es 4 veces mayor que él "regularmente" importado a través de las fronteras de Israel.
Las restricciones sobre las importaciones de bienes también de primera necesidad, combinadas con una alta tasa de desempleo han llevado naturalmente a miles de personas, muchos de ellos niños, a ser empleados en la peligrosa industria de los túneles. Teniendo en cuenta que el 48,2% de la población está por debajo de la edad de 18 años y que el 38,4% de los niños vive por debajo del umbral de pobreza(7- pcbs 1863) está claro por qué los niños son obligados a los trabajos más peligrosos.
En un contexto social que ofrece oportunidades de empleo, el alto porcentaje de jóvenes, con una buena educación escolar y bien formados, podría tener un efecto positivo en la economía cuando estos jóvenes lleguen a la edad de trabajo. Al contario en una sociedad sin oportunidades de empleo en donde el bloqueo israelí impide también la emigración, las únicas consecuencia serán el malestar social, la violencia y el extremismo político por falta de alternativas y de posibilidad de una vida pacífica.
Educación
En este escenario muy poco tranquilizador y sin perspectivas de futuro, hay que añadir el problema de que a los jovenes que quieren ir a la universidad no está permitido salir de la Franja de Gaza a causa del bloqueo impuesto por Israel. Y hay muchos jovenes bien educados en Gaza, ya que según los datos oficiales el grado de alfabetización es igual a 95,3%(8- pcbs educ) (año 2011). Analizando los datos de la alfabetización cuidadosamente y comparandolos con el crecimiento de la población surge un problema considerable: en Gaza, hay una escasez de escuelas, porque en este momento, sin mencionar el aumento de la población, el número de alumnos por clase es superior a 30. Pero dado que el bloqueo israelí impide la entrada de materiales de construcción ¿cómo construir nuevas escuelas?
Es cierto que algunas ONG y las Naciones Unidas pueden traer material en la Franja de Gaza para las escuelas, en gran medida adquirido en Israel, pero ¿esta economía dependiente de las ayudas puede ser verdaderamente suficiente?
Infraestructuras Básicas
Asegurarse de que la infraestructura básica permanezcan en sintonía con las necesidades de una población cada vez mayor, en una zona de alta densidad de población es una batalla perdida, sobre todo sin los medios, ya que el bloqueo impide la entrada de cualquier material de construcción y dado que muchas de las infraestructuras básicas fueron dañados por los bombardeos israelíes pasados. Es interesante analizar con más detalle la situación de algunas de estas infraestructuras.
Electricidad
La electricidad se distribuye en Gaza por la Gaza Electricity Distribution Company (GEDCo), que es 50% propiedad de los municipios y 50% parte de la Autoridad Palestina.(9- public services under hamas)
La capacidad actual del suministro de energía eléctrica por la GEDCo es 222MW contra una demanda de 360 MW (en el 2012). Pero ¿cómo produce y de dónde recibe electricidad la GEDCo? La GEDCo recibe electricidad por alrededor de 54% de Israel (120 MW), por alrededor de 10% de Egipto (22MW) y el restante aproximadamente 36% por la planta de Gaza alimentada con combustible diesel (80MW).(10- ochaopt electricity)
A partir de febrero de 2012 la escasez de diesel, causada por el bloqueo impuesto por Israel, Gaza ha obligado a la planta de Gaza a trabajar por una tercera parte de la capacidad operativa y a programar apagón de 6 a 18 horas al día.
No se necesita mucha imaginación para comprender cómo estos apagones diarios de energía causan grandes problemas:

  • a los hospitales donde los tiempos de espera para las operaciones se duplicaron (de 3 a 6 meses) a partir de febrero 2012;
  • a la planta de tratamiento de aguas residuales (que trataré más adelante);
  • a la planta desaladora, cuyo nivel de producción se ha reducido un 60% desde el comienzo del año;
  • a la acuicultura en donde la reducción de la capacidad de filtración y oxigenación de las aguas causada por los cortes de energía produjo perdidas, en marzo de 2012, de 16 toneladas de pescado;
  • a las familias etc.
Se trata de remediar los apagones continuos con generadores privados alimentados con gasóleo, pero es es un círculo vicioso porque es precisamente la escasez de combustible debida al bloqueo israelí que ha obligado la planta de Gaza a trabajar con reducida capacidad. En estas condiciones y sin inmediato fin al bloqueo criminal impuesto por Israel será imposible hacer frente a la creciente demanda de energía debida al crecimiento de la población. La única solución es pensar en energías alternativas, pero ninguna solución es realizable debido al bloqueo que impide la entrada de materiales de construcción. Habría también una reserva de gas natural con un alto grado de pureza en las aguas de Gaza, pero Israel controla la tierra y el mar y de esta manera previene la explotación de este recurso.
Agua
Dos aspectos diferentes están relacionados con el tema agua: la gestión (recogida, almacenamiento, tratamiento y disposición final) de aguas residuales (comúnmente "aguas negras") y la gestión del agua potable.
En cuanto a las aguas residuales, a la falta de un sistema adecuado de alcantarillado hay que añadir el colapso de un tanque de la planta de tratamiento de aguas residuales que causó el derrame incontrolado de una gran cantidad de aguas residuales no tratadas.(11- unep gaza) Incluso hoy, debido al bloqueo impuesto por Israel, con la complicidad de muchos estados que se quedan silentes, está impedido la entrada en Gaza de materiales de construcción, y por eso es prácticamente imposible reconstruir la planta de tratamiento de aguas residuales y un sistema de alcantarillado adecuado. Resultado de esta situación son 90.000 m3 de aguas residuales no tratada descargadas cada día en el mar.(5- ochaopt blockade) Tal vez es bueno repetir con números y palabras más comprensibles este desastre ambiental de proporciones gigantescas causado por una política israelí obtusa y racista: 90 millones de litros de aguas negras no tratadas se vierten todos los días en nuestro mar Mediterráneo. Estarán satisfechos los políticos israelíes de los resultados obtenidos y serán igualmente felices todos los israelíes y los turistas de nadar en la mierda Palestina!

En cuanto al agua potable, la situación no es mejor.
Por falta de ríos y con un clima bastante seco y con pocas lluvias, Gaza depende casi en su totalidad del acuífero costero y por supuesto también de la importación de agua desde Israel (menos de una décima parte del requisito estándar) de acuerdo con la Palestinian Water Authority.
La extracción actual del acuífero subterráneo es insuficiente para satisfacer la demanda de agua y al mismo tiempo reduce dramáticamente el nivel de agua en el acuífero. De hecho, el almacenamiento subterráneo se llena por la precipitación y la escorrentía desde las colinas de Hebrón (Cisjordania), a una velocidad inferior a la velocidad de vaciado. Esta reducción del nivel del acuífero provoca la infiltración de agua de mar salada y altamente contaminada. El nivel de salinidad y de nitratos, índice de contaminación por descargas incontroladas, muy por encima de los límites de las normas establecidas por el World Health Organization (WHO) convierten el agua del acuífero en agua no potable. Sólo el 10% de las aguas subterráneas es potable y un estudio de las Naciones Unidas(1- unrwa) establece que para el año 2016 este acuífero será inutilizable.
La mala calidad del agua no es un problema de importancia secundaria, de hecho un estudio realizado por Oxfam(13- oxfam) revela que la diarrea causada por el agua potable contaminada es la causa del 12% de las muertes infantiles.
Salud
La tasa de mortalidad infantil(14- world bank) es de 20 por cada 1.000 nacidos vivos.
Los problemas que enfrentan los hospitales de Gaza, como ya se ha visto, son debidos a los continuos cortes de energía y a la mala calidad del agua que a menudo causan daños y roturas de los instrumentos del hospital.
Los pacientes también muy a menudo se ven negado por Israel, que controla las fronteras, el permiso para salir de la Franja para buscar tratamiento en el extranjero en hospitales más avanzados o simplemente mejores provistos porque en países que no están bajo embargo y ocupación militar.
Un dato interesante es el número de camas por cada 1,000 personas igual a 1,3.(15- pcbs) Como resultado del previsto aumento de la población para mantener este ya bajo número de camas se debería construir entre el 2020 nuevos hospitales por un total de 650 camas nuevas.
Hay que preguntarse una vez más, cómo y dónde se puede construir visto el bloqueo de las mercancías entrantes impuesto por Israel y un área ya densamente poblada donde es difícil encontrar nuevos espacios.

Está claro ahora cómo las imposibles condiciones de vida de Gaza empeorarán si no se detiene inmediatamente el bloqueo impuesto por Israel, que es un castigo colectivo impuesto a todos los ciudadanos de la Franja de Gaza por haber elegido el gobierno de Hamas que no es aceptable para los israelíes. Dado que el destino de los palestinos no parece ser de interés para cualquier persona, de hecho Israel lleva a cabo su plan de exterminio y limpieza étnica desde hace décadas en el silencioso consenso general, hago un llamamiento a todos los grupos ambientales o de derechos de los animales, para detener esta masacre. La política israelí perjudica el medio ambiente y destruye las vidas de millones de peces inocentes. ¿Dónde están los ambientalistas? ¿Qué están esperando para protestar? Esperemos que, como Al Capone fue condenado por evasión de impuestos, Israel sea llamado a responder por daños ambientales.*

* nota para la comprensión del texto: la parte cursiva es irónica. Nunca se sabe ... con tantos cabezones duros que hay en este mundo ¡es fácil de ser mal entendido!




2 commenti:

  1. Del tutto allucinante.
    Purtroppo però qualcuno ha avuto, tanti anni fa, l'idea bizzarra di istituire a tavolino lo stato di Israele.
    Un po' come decidere dall'oggi al domani che il mio salotto e il mio bagno sono di uno che passa.

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    1. Esatto Ale,
      e ancora più allucinante e ridicola è la spiegazione che danno di questa idea bizzarra: il tuo salotto e il tuo bagno sono del primo che passa perché l'ha detto DIO...
      Siamo nel 2013 ma sembra proprio che l'età dei lumi non sia arrivata dappertutto.

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