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Sempre nella vita c’è qualcosa che è in procinto di perire. Ciò che perisce non vuole però semplicemente morire, ma lotta per la propria sopravvivenza, difende la sua causa persa. Nella vita nasce altresì sempre qualche cosa di nuovo. Ma ciò che si desta alla vita non viene semplicemente al mondo: ferisce e grida e afferma il proprio diritto di vivere.
Bertolt Brecht 'Me-ti. Libro delle svolte'
Passeggiavo sulla spiaggia di Gaza, come al mio solito con la testa fra le stelle, pensando con malinconia a come ci si abitua troppo facilmente ad ogni ingiustizia e ad ogni torto, così come ad ogni amore o ad ogni fortuna. A come poi in un attimo cambia tutto. A quanta poca importanza diamo ai veri sentimenti che risiedono in fondo al nostro cuore e a quanto invece ci lasciamo ingannare e trasportare dalle apparenze della vita quotidiana, dalle illusioni facili e pronte all'uso che, proprio come un miraggio, spariscono in un battito di ciglia.
Quando all'improvviso cado in una buca profonda, senza fine.
Ero ancora spaventato e non riuscivo a capire se stavo precipitando o fluttuando nel buio, quando la mia Stellina mi prende a cavalcioni su una delle sue cinque puntine.
“Sempre con questo testone fra le nuvole!” mi apostrofa ridendo di gusto. “Quando imparerai a stare con i piedi per terra?”
“Quando smetterò di amare” le rispondo cercando di dissimulare la paura che aveva lasciato chiari segni sul retro dei miei calzoni. “L'amore è immaginazione e l'immaginazione ha bisogno di volare con le sue ali fatte di sogni e di speranze...” insisto io.
Stava già per tirarmi giù di sotto quando dopo un sospiro di pazienza mi chiede: “Sai dove sei finito?”
“No” le rispondo.
“Sei finito nel non luogo, proprio là, oltre l'orizzonte, dove il Mare si incontra con il Cielo” e inizia a raccontarmi La Storia Capovolta.
«Tanto tempo fa, quando ancora il mondo non era formato e c'erano solo il Mare e il Cielo, che erano una cosa sola, quando ancora non c'erano le montagne, i laghi o i fiumi, ma era tutto acqua e aria, quando ancora era tutto più semplice, il Cielo si innamorò del Mare. Stettero molte lune assieme, Cielo e Mare, passando momenti d'amore meravigliosi ad ogni tramonto e ad ogni alba, fino a che un giorno non comparse la Sabbia.
Il Cielo allora, non per cattiveria, ma per sua natura, non avendo né forma né sostanza, smise di amare il Mare e si innamorò della Sabbia. Il Mare però, che non era tutto fantasia perchè pur non avendo forma aveva almeno sostanza, imparò subito cosa fosse la gelosia. Così il Mare, perdendo di vista il suo amore per il Cielo, spinto dalla gelosia, cercava di coprire la Sabbia, in modo che il Cielo, non vedendola, con il passare del tempo si dimenticasse di lei.
Ancora oggi il Mare continua con le sue onde a morire inutilmente sulla Sabbia sperando di coprirla completamente e di riunirsi in questo modo con il Cielo.
Questo è il motivo per cui la Sabbia va a fondo e il Mare sta sopra e la Sabbia sta sotto.»
“Ma veramente” protesto io, che in fondo sono pur sempre un ingegnere “la sabbia va a fondo per via del maggiore peso specifico...”
“Ecco il solito testone sapientino...Invece è per colpa della gelosia e ora zitto e fammi finire!” mi interrompe la mia Stellina e riprende a raccontare.
«La Sabbia, gridando il proprio diritto di vivere, divenne così tanta che formò i deserti per fare in modo che il Mare, nonostante ferisse e lottasse per la propria sopravvivenza, non riuscisse a coprirla tutta. E così, Cielo e Sabbia passarono assieme meravigliosi momenti d'amore disegnando sui deserti colori stupendi ad ogni alba e ad ogni tramonto.
Il Mare allora era molto triste e non riusciva a capire. Con il Cielo erano sempre stati così bene, come era possibile che adesso il Cielo si incontrasse con la Sabbia?
Il Mare era così triste e pensava così tanto alla sua infelice situazione che, cercando in tutti i modi di ricongiungersi con il Cielo, non si stava accorgendo che ad ogni sospiro di tristezza e delusione una parte di sé evaporava proprio in Cielo»
“Ma cosa dici?” la interrompo io “l'evaporazione dipende da...”
“Taci, testone! L'evaporazione dipende dalla tristezza, checché ne dicano i tuoi libri!” si arrabbia la Stellina e continua a raccontarmi la storia.
«Quando il Cielo vide il Mare evaporare e consumarsi per la tristezza, provando dentro di sé tutto insieme in un solo momento il peso della nostalgia, iniziò a piangere forte sentendosi responsabile del dolore del Mare. Questo peso insopportabile fece precipitare il Cielo in basso sotto forma di pioggia e piangendo piangendo il Cielo cadde sulla Sabbia trasformando i deserti in foreste verdi e rigogliose, annaffiate e nutrite con lacrime d'amore e di rimpianto.
E fu così che il Mare evaporando salì in alto e si trasformò in Cielo. Il Cielo piangendo cadde in basso e si trasformò in Mare. La Sabbia, ingannevole miraggio si trasformò in foreste.
Ciò che era sopra andò sotto e ciò che era sotto finì sopra.
Il Mare divenne Cielo e da sotto passò sopra e il Cielo divenne Mare e da sopra scivolò sotto.
Cielo e Mare mai più riuscirono ad incontrarsi, rincorrendosi perennemente ad ogni ora del giorno e della notte in quel luogo di libertà e di fantasia chiamato orizzonte.»
“È finita?” chiedo stropicciandomi gli occhi umidi e facendo finta di avere un bruscolo in un occhio per coprire la vergogna di essere commosso dalla storia.
“Certo!” risponde la mia Stellina “Ora torna al tuo mondo e ricorda che chi ieri era vittima oggi è carnefice e chi oggi sta sotto domani starà sopra e chi invece oggi sta sopra finirà sotto. In una giostra infinita di pene e sconfitte, gioie e vittorie, passeggere e illusorie come i miraggi che ingannevoli ci fanno perdere di vista il vero amore.”
“Non mi piace questa morale” protesto io “sempre la stessa falsa speranza in un'altra vita, in un futuro migliore e più giusto, che ti impedisce di agire e ti costringe ad accettare un presente che potrebbe invece essere cambiato lottando. E poi scusa” aggiungo amareggiato “quale sarebbe il vero amore? Non era forse vero amore anche quello fra il Cielo - o era già diventato Mare? - e la Sabbia?”
Ma la mia Stellina non mi risponde e già lontana chissà dove, come al solito, smette improvvisamente di parlarmi lasciandomi come uno scemo a pensare all'amore, fissando il dito che mi indica la luna.
In life there is always something that is about to perish. Yet what perishes does not want to simply to die, it fights for his own survival. It defends a lost cause.
"In life there is also something new always arising. Yet what awakens is not simply born: it hurts and it cries and it affirms its right to live.
Bertolt Brecht quotes here 'Me-ti.The book of Changes'
While walking on Gaza's beach, as usual, my mind is lost in the stars. Wistfully thinking about how we get used to injustice, to every crime, as well as to every love or every luck all too easily. Thoughts arise on how in one moment everything changes. Thoughts arise about how little of importance we give to true feelings residing at the bottom of our hearts, how we allow ourselves to be cheated and how we allow ourselves to be carried away by appearances of everyday life. It's simple and swift illusions which, just like a mirage, disappears in a twinkle.
Suddenly I fell into a deep hole, a hole without end.
I was of course scared. After a while I could not realize if I was falling or floating in the dark. Then my Little Star takes me astride on one of her five points.
"Always with your big head in the clouds!" she reproachs me laughing heartily. "When will you learn to keep your feet on the ground?"
"When I stop loving" I told her while trying to gloss over my fear that left clear marks on the back of my pants. "Love is imagination and imagination needs to fly with wings made of dreams and hopes ..." I insisted.
She was just about to draw me down below when after a patient breath she asks me: "Do you know where you are?"
“No” I reply.
"You're in no place, just beyond the horizon, where the Sea meets the Sky" from this she began telling me The Upside Tale.
"A Long time ago, even before the world was formed, there were only the Sea and the Sky, which were one. When there were no mountains, no lakes, neither rivers, it was all water and air. It was all much simpler, and at this time the Sky fell in love with the Sea. Sky and Sea then spent many moons together, passing wonderful moments of love to every sunrise and every sunset, until one day the Sand appeared.
So the Sky, not perversely, but by its nature, having neither form nor substance, stopped to love the Sea and fell in love with the Sand. However the Sea, which was not all a fantasy despite not having form knew it at least had substance and part of this substance turned to jealousy. So the Sea lost sight of its love for the Sky. While driven by jealousy it tried to cover the Sand so that the Sky would not see the shore over time, and could forget about it.
Even today, with its waves the Sea continues to die, uselessly, on the Sand, hoping to cover it completely and desiring that from this the Sky would change its mind.
That's why the Sand goes to the bottom. That's why the Sea is above and the Sand is below." She stated.
"But frankly" I protested, because I'm an engineer... "the sand sinks to the bottom because of the higher specific weight..." I said while raising my arm in protest.
“Here he is, the usual chump, wise guy.. instead, it's because of jealousy- now shut up and let me finish!" my Little Star interrupts me and continues to tell.
"The Sand, shouted and pushed for its right to live. It became so loud and large that it formed deserts to make sure that the Sea, despite its attempt to hurt it, could not cover it all. So the Sky and the Sand passed together wonderful moments of love together alone, drawing on the deserts beautiful colors every sunrise and every sunset.
The Sea was very sad and could not understand. It had always been so perfect for the Sky it thought. How was it possible now that the Sky is in love with the Sand?
The Sea was so sad and it thought so much about its unhappy situation that it tried in every way to reunite with the Sky. It did not realize that with every breath of sadness and disappointment just a portion of itself evaporated to the Sky."
"What are you talking about?" I stopped her "the evaporation depends on...” I exclaimed.
"Shut up, chump man! Evaporation depends on the sadness, whatever your books says I don't care!" My Little Star said this, then she continued to tell me the story in the same tone.
"When the Sky saw the Sea evaporating and consumed by sadness, it felt all together in a single moment. The weight of nostalgia was too much for it and it started to sob. It felt responsible for the pain of the Sea. This unbearable burden push down the Sky as rain. As it cried and cried the Sky fell on the Sand, thereby transforming deserts into lush and green forests, watered and fed with tears of love and regret.
The Sea thus rose up and evaporated, parts of it turned into Sky. The Sky fell down crying and it turned into Sea. The Sand, that was just a deceptive mirage, turned into forest.
What was above went below and what was below went above.
The Sea became Sky and from below passed above. The Sky became Sea and from above slid below.
Sky and Sea never managed to meet again completely. They chased each other perpetually. In fact at any time of the day or night they do so in that place of freedom and fantasy called the horizon." she said with a sigh.
"Is it over?" I ask rubbing my wet eyes and pretending to have something in my eye to cover the shame of being touched by the story.
"Sure!" my Little Star replied "Now go back to your world and remember that those who yesterday were victims today are troublemakers, and who now lies beneath tomorrow will be above and today who is above will later go below. In an infinite carousel of pains and defeats, happiness and victories, the transient illusion are deceptive mirages that make us lose sight of the true love."
"I don't like this moral" I protested with the same false hope that this could not be true, it must be so in another life. In a better and more fair future perhaps this would be so, but now one is prevented from acting in such a way. Yet I eventually accepted that the forces could indeed change their struggle.
Then I said "I am saddened; what would true love be then? Wasn't it true love between the Sky and Sand - or was it just a reaction to the Sea?"
But my Little Star doesn't approach the heart of the subject.
"Already, far away..." as usual she suddenly stopped talking to me. She left me like a fool, thinking of love and staring at the finger that was supposed to show me the moon.
Siempre en la vida hay algo que está a punto de perecer. Pero lo que perece no quiere simplemente morir, sino luchar para su propia supervivencia, defiende su causa perdida. En la vida también siempre nace algo nuevo. Pero lo que se despierta a la vida no nace simplemente:daña y grita y afirma su propio derecho a vivir.
Bertolt Brecht 'Me-ti. Libro de las mutaciones'
Estaba dando un paseo en la playa de Gaza, como mi habitual con la cabeza en las estrellas, pensando con nostalgia en cómo uno se acostumbra muy fácilmente a todas las injusticias y a todos los males, así como a cualquier amor o a todo tipo de suerte. A como en un instante todo cambia. A la poca importancia que damos a los verdaderos sentimientos que están en el fondo de nuestros corazones y a cómo nos dejamos engañar por las apariencias de la vida cotidiana, por las ilusiones fáciles, que al igual que un espejismo, desaparecen en un abrir y cerrar de ojos.
Cuando de repente caigo en un hoyo profundo, sin fin.
Estaba aún asustado y no sabía si me estaba cayendo o flotando en la oscuridad, cuando mi Stellina me lleva a horcajadas en una de sus cinco pequeñas puntas.
"¡Siempre con este cabezón en las nubes!" me apostrofa riendo a carcajadas. "¿Cuando aprenderás a tener los pies en la tierra?"
"El día que deje de amar" digo yo tratando de ocultar el miedo que había dejado claras huellas en la parte trasera de mis pantalones. "El amor es imaginación y la imaginación tiene que volar con sus alas hechas de sueños y esperanzas..." insisto yo.
Ya estaba a punto de tirarme hacia abajo cuando después de un suspiro de paciencia, me preguntó: "¿Sabes en donde estás?"
“No” le contesto.
"Estás en el no lugar, allí mismo, más allá del horizonte, donde la Mar se une con el Cielo" y empieza a narrarme La Historia al Revés.
«Mucho tiempo atrás, en la época en la que el mundo todavía no estaba formado y sólo había el mar y el cielo, que eran uno, cuando no había montañas, lagos o ríos, pero era todo agua y aire, cuando todo era más fácil, el Cielo se enamoró de la Mar. Permanecieron juntos muchas lunas, cielo y mar, pasando meravillosos momentos de amor cada atardecer y cada amanecer, hasta que un día apareció la Arena.
Entonces el Cielo, no por malicia, sino por su naturaleza, no teniendo ni forma ni sustancia, dejó de amar la Mar y se enamoró de la Arena. La Mar sin embargo, que no es todo fantasía, porque a pesar de no tener forma por lo menos tiene sustancia, pronto aprendió lo que era la envidia y los celos. Así que la Mar, perdiendo de vista su amor por el Cielo e impulsado por los celos, intentó cubrir la Arena, así que el Cielo, por no verla, con el paso del tiempo se olvidara de ella.
Incluso hoy en día, la Mar con sus olas sigue muriendo innecesariamente en la Arena con la esperanza de cubrirla por completo y de esta manera juntarse de nuevo con el Cielo.
Esta es la razón por la que la Arena va hacia el fondo y la Mar está por encima y la Arena está por debajo.»
"En realidad" protesto yo, que al final sigo siendo un ingeniero "la arena se va para abajo debido al mayor peso específico..."
“Ha hablado el sabio cabezón... Te digo que es por los celos y ahora cállate y déjame terminar" Me interrumpe mi Estrellita y empieza de nuevo a narrar.
«La Arena, gritando su propio derecho a vivir, devino así tanta que formó los desiertos para que la Mar, a pesar de que hiriera y luchara para sobrevivir, no podría cubrirla por completo. Y así, Cielo y Arena pasaron maravillosos momentos de amor dibujando en los desiertos hermosos colores en cada amanecer y en cada atardecer.
La Mar se puso muy triste y no podía entender. Con el Cielo siempre había estado todo perfecto ¿cómo era posible que ahora el Cielo se encontrara con la Arena?
La Mar estaba tan triste y pensaba tanto a su triste situación que tratando por todos los medios de reunirse con el Cielo no se daba cuenta de que por cada suspiro de tristeza y decepción una parte de sí mismo evaporaba en el Cielo»
“¿Que tonterias dices?” la interrumpo yo “ la evaporación depende de...”
“¡Callate ya, cabezón! La evaporación depende de la tristeza ¡no me emporta de lo que está escrito en tus libros!” se enfada mi Estrellita y sigue contandome la historia.
«Cuando el Cielo vio el mar evaporar y consumarse por la pena, sintiendo dentro de sí todo junto en un solo momento el peso de la nostalgia, empezó a llorar fuerte, sintiéndose responsable del dolor de la Mar. Este peso insoportable hizo sí que el Cielo en forma de lluvia precipitara hacia abajo y el Cielo llorando llorando cayó sobre la Arena transformando los desiertos en exuberantes bosques verdes, regados y alimentados con lágrimas de amor y arrepentimiento.
Y fue así que la Mar evaporando subió arriba y se convirtió en Cielo. El Cielo llorando cayó abajo y se convirtió en Mar. La Arena, espejismo engañoso, se convirtió en bosques.
Lo que estaba por encima pasó por debajo y lo que estaba por debajo terminó por encima.
La Mar se convirtió en el Cielo y desde abajo pasó por encima y el cielo se hizo Mar y desde arriba se deslizó abajo.
Cielo y Mar nunca llegaron a encontrarse de nuevo, persiguiéndose unos a otros permanentemente en cualquier momento del día o de la noche en ese lugar de libertad y fantasía llamado horizonte.»
"¿Se acabó?" pido frotándome los ojos húmedos y pretendiendo tener algo en el ojo para cubrir la vergüenza de ser conmovido por el cuento.
“¡Por supuesto!” responde mi Estrellita “Ahora vuelve a tu mundo y recorda que los que ayer fueron víctimas hoy son verdugos y los que hoy está debajo mañana estará arriba y los que hoy están por encima terminarán abajo. En un carrusel infinito de dolores y derrotas, alegrías y victorias, transitorias e ilusorias como espejismos engañosos que nos hacen perder de vista el verdadero amor.”
"No me gusta esta moraleja" protesto yo "siempre la misma falsa esperanza en otra vida, en un futuro mejor y más justo, que te impide actuar y te obliga a aceptar una vida actual que se podría realmente cambiar luchando. Y perdona" añado con amargura "¿Cuál sería el verdadero amor? ¿No era acaso amor verdadero el que había entre Cielo - ¿o ya se había convertido en Mar? - y la Arena?”
Pero mi Estrellita no me responde, y ya muy lejos por alguna parte, como de costumbre, para improvisamente de hablarme y me deja como un tonto a pensar en el amor, mirando el dedo que me apunta a la luna.