«Oggi è Domenica, domani si muore, oggi mi vesto di seta e d'amore.»
Pier Paolo Pasolini
Oggi è domenica e io sono stato invitato al compleanno di I. un bambino di cinque anni sempre sorridente con due grandi occhi neri e vivaci. I. ha una faccia rotonda, simpatica, con due guance paffute, morbide e fin troppo elastiche forse per i continui pizzichi della madre e delle sorelle maggiori che cercano di insegnargli come ci si deve comportare in presenza di un ospite, soprattutto se straniero.
Per cercare di tenerlo un pò tranquillo inizio a raccontargli le mie storielle ma, forse per il mio pessimo arabo, I. inizia subito a ridere forte e poi battendosi i palmi delle mani sulla testa mi spiega che le stelline parlanti non esistono.
Il pensiero che a Gaza i bambini non credano più alle favole, forse perché qua non sono mai esistiti Babbo Natale o la Befana o forse perché da sempre i loro occhi hanno visto cadere dal cielo bombe piuttosto che stelle, mi rattrista e mentre I. si arrampica sulle mie spalle, mi tira i capelli, mi morde e cerca di trovare chissà cosa dentro le mie orecchie incurante dei rimproveri della madre, mi torna a mente uno stupido gioco di prestigio che potrebbe intrattenere I. e tenerlo buono per qualche minuto, così dico:
“Vieni! Guarda! Siedi e zitto!” Generalmente non sono così brusco nel rivolgermi ai bambini ma per il momento il mio arabo non mi permette discorsi più articolati e complessi.
Così prendo una monetina e mentre con la mano destra faccio finta di inserirla in una inesistente fessura sulla mia nuca, con la sinistra la sistemo fra l’avambraccio e il bicipite del mio braccio destro. Poi chiamo I. e gli dico di guardare fra i miei capelli se riesce a trovare la monetina, apro le mani, le giro due o tre volte mostrando i palmi e il dorso, apro la bocca, muovo la lingua su e giù e della monetina nessuna traccia, sembra proprio essersi volatilizzata. Dopo un pò di teatro mi infilo indice e pollice in bocca fingendo di dover prendere qualcosa che è attaccato al mio palato e con un colpetto di tosse faccio volare in terra la monetina che sembra proprio uscita dalla mia bocca.
Vedo gli occhi di I. illuminarsi, inizia a correre per la casa chiamando tutti a raccolta, vuole che ripeta la magia. Sono costretto a togliermi il maglione e rimanere in maglietta per dimostrare che non nascondo la monetina nelle maniche del maglione e ripetere la magia con oggetti sempre diversi ma fortunatamente tutti piccoli abbastanza perché il trucco funzioni “Il buco che ho sulla nuca” spiego “non è molto grosso!”
Il tempo passa rapido in questo modo e finita la festa arriva il momento di andare a dormire. I. vuole dormire con me, forse convinto che durante la notte, mentre dormo, riuscirà a trovarmi fra i capelli il buco che mette in comunicazione la mia nuca con la mia bocca. Nonostante i suoi propositi si addormenta all’istante esausto di tante emozioni della giornata.
Mi addormento tranquillo anche io felice di aver visto che gli orrori delle guerre e degli eserciti in fin dei conti non hanno ucciso del tutto la natura ingenua e magica dei bambini e che a Gaza forse i bambini non credono alle stelline parlanti ma credono ancora alle favole e alla magia.
La casa è immersa nel buio e nel silenzio. Il miagolio di qualche gatto randagio e i chicchirichì di un gallo troppo mattiniero sono i soli rumori della notte.
Improvvisamente vengo svegliato da una forte esplosione. La casa trema e io mi ritrovo seduto sul letto con gli occhi sbarrati a pensare “Cosa è stato?” “Una bomba, o un razzo o magari una esplosione di qualche bombola di gas in una casa vicina.” “Ma no, la casa ha tremato, credo proprio che sia stata una bomba!” e mentre continuo a pensare sento il suono di un’altra esplosione, fortunatamente abbastanza lontana ma non troppo da non svegliare I.
“E se ci piove una bomba in testa?” penso adesso, sicuro che si tratta di un bombardamento.
“Hai sentito?” mi chiede I.
“No, cosa?” rispondo io, credendo in qualche modo di proteggerlo con la mia risposta, ma subito una terza esplosione ci riporta immediatamente alla realtà. La casa trema di nuovo e I. scappa nel letto della mamma.
La mamma lo accoglie, gli passa il braccio intorno al collo e con una mano sulla testa lo stringe a sè continuando a dormire. Lei non si è neanche svegliata, per lei non sta succedendo niente. Per lei è tutto normale perché molte notti I. va a dormire nel suo letto; a volte basta un brutto sogno per convincere I. che è meglio dormire con la mamma vicina piuttosto che da solo. Queste esplosioni poi sono lontane e nel sonno lei è ormai abituata a distinguere quando le bombe piovono troppo vicino e allora sì che c’è da preoccuparsi, e allora si che è la prima a svegliarsi per portare i bambini al sicuro. Ma stanotte no, stanotte non c’è di che preoccuparsi, si può continuare a dormire, stanche di una giornata in cui si è dovuto badare a tanti figli, che in questa settimana sono venuti a vivere nella stessa casa anche i figli della sorella del marito, rimasti senza casa a causa del maltempo delle settimane scorse che ha lasciato interi quartieri distrutti.
Io rimango sveglio e inizio a pensare che se morissi per una bomba sarebbe un vero peccato, non tanto per me, che non sentirei più niente, quanto per le persone che mi vogliono bene “come farebbero?” penso “ahahah...non preoccuparti che il mondo continuerà a girare anche senza di te, e tutti dopo un pò riprenderebbero la loro vita normale, come è sempre stato e come sempre sarà” “Si, lo so, ma insomma io mi sento che ho ancora voglia di fare tante cose, di vistare tanti paesi, che ho ancora tante cose da scoprire e esperienze da fare” “Pensa piuttosto a dove ripararti con quel testone che ti ritrovi... non esiste nascondiglio sicuro abbastanza grande per la tua testa!” “Ehi, questa mi sembra proprio la mia Stellina” “Vai, ci risiamo! Inizia di nuovo con le sue stelline! Te lo ha spiegato pure un bambino di cinque anni che la tua Stellina non esiste” “Ma a me non dispiace crederci lo stesso, mi piace questa parte infantile ancora viva dentro di me!” “Tsé! Faresti bene a trovarti un lavoro invece di bighellonare in giro per il mondo a quasi 40 anni, altro che parte infantile...” e così nel dormiveglia, con tutti questi pensieri confusi dentro la mia testa, vedo un primo timido raggio di luce farsi strada tra le tende della casa. Arriva l’alba e tutti si svegliano.
A colazione nessuno della famiglia accenna ai bombardamenti della notte, anche I. sembra essersi dimenticato di tutto, persino che io ero rimasto a dormire a casa sua, perché appena si accorge di me si emoziona nel vedermi al tavolo a fare colazione. Corre verso di me, mi fa un lungo discorso incomprensibile e poi inizia a cercare il buco nella mia nuca.
Rido forte contento che non si sia dimenticato della magia.
Saluto, ringrazio e torno a casa mia con una strana sensazione: forse ho sognato tutto, forse non c’è stato nessun bombardamento stanotte.
Arrivo a casa, accendo internet, guardo le notizie e scopro che l’esercito israeliano durante la notte ha effettivamente bombardato una zona di Gaza City dichiarando di aver colpito aree di addestramento militare. Risultato dei bombardamenti: morta una bambina di soli quattro anni, feriti gravemente altri 4 bambini e la loro mamma.
Chissà se la bambina uccisa finiva gli anni proprio oggi e chissà se aveva in programma di festeggiare il compleanno con un ospite d’eccezione, un mago straniero con un buco in testa.
http://www.youtube.com/watch?v=XyPDCkNNKao
«Today is Sunday, tomorrow we’ll die, today I dress up with silk and love.»
Pier Paolo Pasolini
Today is Sunday and I have been invited to the birthday of I. who is a five year old smiling child with two big black and bright eyes. I. also has a round face with two plump cheeks that are soft and very elastic. Perhaps this is from the many pinches that his mother and his sisters give him so as to teach him how to behave in the presence of a guest, especially a foreign guest.
I begin to tell I. my tales trying to keep him quiet, but maybe because of my bad Arabic I. immediately begins to laugh out loud... and then, slapping the palms of his hands on his head, he explains to me that the talking stars don't exist.
It's very sad that children in Gaza do not believe in fairy tales anymore, perhaps because Santa Claus has never existed here... or perhaps because in Gaza the eyes of the children have seen bombs falling from the sky instead of stars.
I. climbs my shoulders, pulls my hair, bites me and tries to find who knows what inside my ears, regardless of the reproaches of his mother... a silly sleight of hand could entertain I. and kept him quiet for a few minutes. Then something crosses my mind, I say:
"Come on! Look! Sit down and shut up!" Generally I'm not so rude in addressing the children but so far with my Arabic knowledge I can't produce more articulate sentences.
So by taking a coin, while with my right hand I simulate putting it into an imaginary slot on the back of my neck, I settle the coin between the forearm and the biceps of my right arm, with my left hand. Then I call I.
I tell him to look in my hair for the coin. I open my hands showing the palms and the back for two or three times. Then I open my mouth, I move my tongue up and down and there is no trace of the coin, it seems to have simply vanished.
Just for show I put my index finger and my thumb in my mouth pretending to have to take something stuck to my palate, with a little cough the coin falls to the ground as if it came from my mouth.
I see the eyes of I. light up, he starts running around the house calling everyone, he wants me to repeat the magic trick.
He forces me to take off my sweater and stay in just a T-shirt to prove everyone that I do not hide the dime in the sleeve of the sweater. He also forces me to repeat the magic trick several times with different objects, fortunately all of them small enough to be hidden in my arm "The hole in my neck is not very big!" I state.
In this way time passes quickly and the party ends, now it's time to go to sleep... but I. wants to sleep with me, perhaps he's convinced that during the night, while I'm sleeping, he will be able to find the hole that connects the back of my neck with my mouth. Despite his intentions he instantly falls asleep, exhausted by many emotions of the day.
Even I fall asleep happily seeing that at the end wars and armies have not completely killed the naive and magic nature of children in Gaza, and that maybe the kids do not believe in talking stars but they still believe in magic.
The house is plunged into darkness and silence. The meow of some alley cat and a rooster with a bad sense of the time are the only noises of the night.
Suddenly a loud explosion wakes me up. The house is shaking and I find myself sitting on the bed with my eyes wide open and thinking "What was that?" "A bomb or a rocket or maybe an explosion of some gas cylinder in a near house." "Oh no, the house has trembled, I guess it was a bomb!" and while I'm still thinking I hear the sound of another explosion, fortunately far away but not as far as to not wake I. up.
"And if a bomb falls on our heads?" I think surely that is a bombing.
"Did you hear it?" I. asks me.
"No, what?" I reply to him, trying somehow to protect him with my answer, but then a third explosion immediately brings us back to reality. The house shakes again and I. runs into the mother's bed.
His mother embraces him, she passes her arm around his neck and with her hand on his head she presses him closely to her continuing to sleep. She has not even woken up, for her, nothing is happening. For her everything is normal because many nights I. goes to sleep in her bed. Sometimes just a bad dream convinces I. that it is better to sleep with his mother rather than alone. These explosions are far and she is now used to distinguish, even while she is sleeping, the bombs that are really close. That's when she is the first to wake up, that's when she takes her children a semblance of perceived safety, but that's not going to happen tonight. Tonight there is nothing to worry about. She can continue to sleep, tired from taking care of so many children and also because this week the children of her husband's sister came to live in her house, they are homeless due to the bad weather of the last weeks that left whole neighborhoods destroyed.
I remain awake and I start to think that if a bombing killed me it would be a shame, not a shame for me because I would feel nothing. It would instead be a sorry event for the people who love me "how would they do?" I think "hahaha... don't worry, the world will continue to spin without you... and after a while people resume their normal lives, like it has always been and always will be." "Of course I still want to do so many things, to visit so many countries. I feel as if have yet many places to discover and a lot of experiences to have."
"Maybe you would rather me be in a place where you can take refuge; a big space for a big head? Yet there is no safe hiding place big enough for your head! Haha!"
This rant seems to emerge from what I call my Little Star... And now I can hear someone say "Here we go again! He has started again with his Little Star! Even a five years old child explained to you that your Little Stars does not exist" "But I don't mind to believe she exists, I like this whimsicalness alive inside me! Maybe I should get a proper job instead of loitering around the world. After all I'm almost forty!" So half-asleep, with all these confused thoughts inside my head, I see a first ray of light coming through the curtains of the house. Dawn comes and the house wakes up.
During breakfast none of the family mentions the bombing of the night, including I.
He seems to have forgotten everything, even that I slept in his house because as soon as he notices me he gets excited to see me at the table for breakfast. He runs up to me and makes a long speech, unintelligible for me, then he starts to look for the hole in my neck.
I laugh loud glad that he has not forgotten the magic trick.
I thank them after the meal and go back to my house with a strange feeling; maybe I dreamed the whole thing? Maybe there was no bombing tonight.
While home I turn on internet and watch the news. I find out that during the night the Israeli army actually bombed a portion of Gaza City, while claiming to have struck military training areas. The result of the bombing: one little girl only four years old, deceased, and 4 others children and their mother seriously injured.
I wonder if today is the birthday of the little girl killed.
I wonder if she planned to celebrate her birthday with a special guest, a foreign magician with a hole in the head.
http://www.youtube.com/watch?v=XyPDCkNNKao
«Hoy es domingo, mañana se muere, hoy me visto de seda y de amor.»
Pier Paolo Pasolini
Hoy es domingo y me han invitado al cumpleaños de I. un niño de cinco años de edad, siempre sonriente, con dos grandes ojos negros y vivaces. I. tiene una cara redonda, agradable, con dos mejillas gorditas, suaves y demasiado elásticas tal vez para los muchisimos pellizcos que su madre y sus hermanas mayores le dan para enseñarle cómo portarse en presencia de un invitado, sobre todo si extranjero.
Para tratar de mantenerlo un poco tranquilo comienzo a contarle mis historias, pero tal vez por mi pésimo árabe, I. inmediatamente comienza a reír a carcajadas y luego golpeandose las palmas de las manos en la cabeza me dice que las estrellitas hablantes no existen.
Me pone triste ver que los niños de Gaza no creen más en los cuentos mágicos, tal vez porque aquí nunca ha existido Papá Noel, o tal vez debido a que los ojos de los niños de Gaza siempre han visto bombas en vez de estrellas caerse del cielo.
Mientras I. escala mis hombros, me golpea la cabeza, me muerde y trata de encontrar quién sabe que adentro de mis orejas sin escuchar los reproches de su madre, me recuerdo de en un estupido juego de manos que podría entretener I. y mantenerlo tranquilo durante unos minutos, así que le digo:
"¡Vamos! ¡Mira! Siéntate y cállate!" Generalmente no soy tan brusco con los niños, pero para el momento mi árabe no me deja hacer discursos más complejos.
Así que tomo una moneda y mientras que con la mano derecha parece que la pongo en un inexistente agujero en la parte trasera de mi cabeza con la mano izquierda la coloco entre el bíceps y el antebrazo de mi brazo derecho. Entonces llamo I. y lo invito a mirar en mi pelo si puede encontrar la moneda. Abro mis manos y muestro dos o tres veces las palmas y el dorso, abro mi boca, muevo mi lengua arriba y abajo y no hay rastro de la moneda que parece simplemente haberse evaporado. Después de un poco de teatro me pongo el dedo índice y el pulgar en la boca, fingiendo tener que tomar algo que está en mi paladar y con un golpe de tos la moneda se cae al suelo como si fuera salida de mi boca.
Veo los ojos de I. que se encienden, empieza a correr alrededor de la casa llamando a todos, y después me ordina que repita la magia. Me veo obligado a quitarme el suéter y quedarme con la camiseta para demostrar que no escondo la moneda en las mangas de mi jersey y a repetir la magia con objetos siempre diferentes, pero afortunadamente todos lo suficientemente pequeños como para que el truco funcione "El agujero que tengo en el cuello" explico "no es muy grande!"
Así el tiempo pasa muy rápido y terminada la fiesta llega el momento de ir a dormir. I. quiere dormir conmigo, tal vez convencido de que durante la noche, mientras que yo duermo, será capaz de descubrir en mi pelo el agujero que conecta la parte de atrás de mi cabeza con mi boca. A pesar de sus intenciones I. se duerme al instante agotado de muchas emociones durante el día.
Me duermo yo también tranquilo y feliz de ver que al final los horrores de las guerras y los ejércitos no mataron completamente a la naturaleza ingenua y mágica de los niños de Gaza, y que tal vez los niños no creen en las estrellas que hablan, pero todavía creen en los cuentos de hadas y en la magia. La casa se sumió en la oscuridad y en el silencio. El maullido de un gato callejero y un gallo insomne son los únicos ruidos de la noche.
De repente una fuerte explosión me despierta. La casa tiembla, yo me encuentro sentado en la cama pensando "¿Qué fue eso?" "Una bomba o un misil o tal vez una explosión de algunos cilindros de gas en una casa cercana." "Pero no, la casa ha temblado, creo que era una bomba" y mientras que yo sigo pensando hay otra explosión, por suerte lejanas pero no lo suficientemente para que I. no se despierte.
"¿Y si una bomba cae aquí?" Pienso ahora seguro de que se trata de un bombardeo.
"¿Has oído?" Me pregunta I.
"No ¿qué?" Le contesto yo, pensando protegerlo de alguna forma con mi respuesta, pero una tercera explosión nos trae de vuelta a la realidad. La casa tiembla nuevamente e I. corre a encontrar refugio en la cama de la madre.
La madre lo acoge, le pasa un brazo alrededor del cuello y con una mano sobre su cabeza lo apreta a su pecho continuando a dormir. Ella ni siquiera se despierta, para ella no pasa nada. Para ella todo es normal, ya que muchas noches I. se va a dormir en su cama, a veces sólo un mal sueño es suficiente para convencer I. que es mejor dormir con su madre en vez que solo.
Estas explosiones son lejanas y también en el sueño ahora ella sabe distinguir cuando las bombas caen demasiado cerca y entonces sí que hay que preocuparse, y entonces sí que ella es la primera en despertarse para llevar los niños a salvo. Pero no esta noche, esta noche no hay nada de que preocuparse, esta noche ella sabe que puede seguir dormiendo, cansada después de un día en el que tuvo que hacerse cargo de tantos niños, qué esta semana han venido a vivir en la misma casa hasta los hijos de la hermana de su marido, que quedaron sin hogar debido al mal tiempo de las últimas semanas que ha dejado enteros barrios destruidos.
Yo me quedo despierto y me pongo a pensar que si yo muriera por una bomba sería una vergüenza, no tanto para mí, que para estar muerto no sentiría nada, cuanto para la gente que me quiere "¿cómo pueden hacer sín mi?" Pienso "jajaja... no te preocupes que el mundo continúa girando sin ti, y después de un tiempo todos regresan a su vida normal, como siempre ha sido y como siempre será" "Sí, lo sé, pero siento que todavía quiero hacer tantas cosas, visitar tantos países, aún tengo muchos lugares por descubrir y emociones que experimentar" "Piensa más bien en donde poner tu cabezón... no hay escondite seguro lo suficientemente grande para tu cabezón!" " Hey, esta me parece mi Estrellita" "Olé, aquí vamos ¡otra vez! !De nuevo con sus Estrellita! Incluso un niño de cinco años te ha explicado que tu Estrellita no existe" "No me importa, me da igual creer a mi Estrellita igualmente, me encanta que esta parte de niño sigue viviendo dentro de mí" "¡Tse! Sería mejor que te pusiera seriamente a trabajar en vez de vagabundear por el mundo que ya tienes casi 40 años" y así medio dormido, con todos estos pensamientos confusos dentro de mi cabeza, veo un primero y tímido rayo de luz que se abre camino entre las cortinas de la casa. Ya es el amanecer y todos se despiertan.
Durante el desayuno, nadie de la familia menciona el bombardeo de la noche, incluso I. parece haber olvidado todo, hasta que yo me quedé a dormir en su casa, porque se excita al verme en la mesa para el desayuno. Corre hacia mí, me hace un largo discurso ininteligible para mi y luego empieza a buscar el agujero en mi cabeza.
Me alegro de que no haya olvidado la magia.
Saludo, agradezco la hospitalidad y me voy a mi casa con una extraña sensación: tal vez soñé todo, tal vez no hubo bombardeo esta noche.
Llego a mi casa, enciendo internet, miro las noticias y leo que el ejército israelí durante la noche realmente bombardeó un área de la ciudad de Gaza afirmando de haber golpeado áreas de entrenamiento militar. Resultado del bombardeo: una niña de sólo cuatro años muerta, otros 4 niños y la madre heridos graves.
Me pregunto si hoy hubiera sido el cumpleaño de la niña asesinada y quien sabe si ella planeaba celebrar su cumpleaño con un invitado especial, un mago extranjero con un agujero en la cabeza.
http://www.youtube.com/watch?v=XyPDCkNNKao
Pier Paolo Pasolini
Oggi è domenica e io sono stato invitato al compleanno di I. un bambino di cinque anni sempre sorridente con due grandi occhi neri e vivaci. I. ha una faccia rotonda, simpatica, con due guance paffute, morbide e fin troppo elastiche forse per i continui pizzichi della madre e delle sorelle maggiori che cercano di insegnargli come ci si deve comportare in presenza di un ospite, soprattutto se straniero.
Per cercare di tenerlo un pò tranquillo inizio a raccontargli le mie storielle ma, forse per il mio pessimo arabo, I. inizia subito a ridere forte e poi battendosi i palmi delle mani sulla testa mi spiega che le stelline parlanti non esistono.
Il pensiero che a Gaza i bambini non credano più alle favole, forse perché qua non sono mai esistiti Babbo Natale o la Befana o forse perché da sempre i loro occhi hanno visto cadere dal cielo bombe piuttosto che stelle, mi rattrista e mentre I. si arrampica sulle mie spalle, mi tira i capelli, mi morde e cerca di trovare chissà cosa dentro le mie orecchie incurante dei rimproveri della madre, mi torna a mente uno stupido gioco di prestigio che potrebbe intrattenere I. e tenerlo buono per qualche minuto, così dico:
“Vieni! Guarda! Siedi e zitto!” Generalmente non sono così brusco nel rivolgermi ai bambini ma per il momento il mio arabo non mi permette discorsi più articolati e complessi.
Così prendo una monetina e mentre con la mano destra faccio finta di inserirla in una inesistente fessura sulla mia nuca, con la sinistra la sistemo fra l’avambraccio e il bicipite del mio braccio destro. Poi chiamo I. e gli dico di guardare fra i miei capelli se riesce a trovare la monetina, apro le mani, le giro due o tre volte mostrando i palmi e il dorso, apro la bocca, muovo la lingua su e giù e della monetina nessuna traccia, sembra proprio essersi volatilizzata. Dopo un pò di teatro mi infilo indice e pollice in bocca fingendo di dover prendere qualcosa che è attaccato al mio palato e con un colpetto di tosse faccio volare in terra la monetina che sembra proprio uscita dalla mia bocca.
Vedo gli occhi di I. illuminarsi, inizia a correre per la casa chiamando tutti a raccolta, vuole che ripeta la magia. Sono costretto a togliermi il maglione e rimanere in maglietta per dimostrare che non nascondo la monetina nelle maniche del maglione e ripetere la magia con oggetti sempre diversi ma fortunatamente tutti piccoli abbastanza perché il trucco funzioni “Il buco che ho sulla nuca” spiego “non è molto grosso!”
Il tempo passa rapido in questo modo e finita la festa arriva il momento di andare a dormire. I. vuole dormire con me, forse convinto che durante la notte, mentre dormo, riuscirà a trovarmi fra i capelli il buco che mette in comunicazione la mia nuca con la mia bocca. Nonostante i suoi propositi si addormenta all’istante esausto di tante emozioni della giornata.
Mi addormento tranquillo anche io felice di aver visto che gli orrori delle guerre e degli eserciti in fin dei conti non hanno ucciso del tutto la natura ingenua e magica dei bambini e che a Gaza forse i bambini non credono alle stelline parlanti ma credono ancora alle favole e alla magia.
La casa è immersa nel buio e nel silenzio. Il miagolio di qualche gatto randagio e i chicchirichì di un gallo troppo mattiniero sono i soli rumori della notte.
Improvvisamente vengo svegliato da una forte esplosione. La casa trema e io mi ritrovo seduto sul letto con gli occhi sbarrati a pensare “Cosa è stato?” “Una bomba, o un razzo o magari una esplosione di qualche bombola di gas in una casa vicina.” “Ma no, la casa ha tremato, credo proprio che sia stata una bomba!” e mentre continuo a pensare sento il suono di un’altra esplosione, fortunatamente abbastanza lontana ma non troppo da non svegliare I.
“E se ci piove una bomba in testa?” penso adesso, sicuro che si tratta di un bombardamento.
“Hai sentito?” mi chiede I.
“No, cosa?” rispondo io, credendo in qualche modo di proteggerlo con la mia risposta, ma subito una terza esplosione ci riporta immediatamente alla realtà. La casa trema di nuovo e I. scappa nel letto della mamma.
La mamma lo accoglie, gli passa il braccio intorno al collo e con una mano sulla testa lo stringe a sè continuando a dormire. Lei non si è neanche svegliata, per lei non sta succedendo niente. Per lei è tutto normale perché molte notti I. va a dormire nel suo letto; a volte basta un brutto sogno per convincere I. che è meglio dormire con la mamma vicina piuttosto che da solo. Queste esplosioni poi sono lontane e nel sonno lei è ormai abituata a distinguere quando le bombe piovono troppo vicino e allora sì che c’è da preoccuparsi, e allora si che è la prima a svegliarsi per portare i bambini al sicuro. Ma stanotte no, stanotte non c’è di che preoccuparsi, si può continuare a dormire, stanche di una giornata in cui si è dovuto badare a tanti figli, che in questa settimana sono venuti a vivere nella stessa casa anche i figli della sorella del marito, rimasti senza casa a causa del maltempo delle settimane scorse che ha lasciato interi quartieri distrutti.
Io rimango sveglio e inizio a pensare che se morissi per una bomba sarebbe un vero peccato, non tanto per me, che non sentirei più niente, quanto per le persone che mi vogliono bene “come farebbero?” penso “ahahah...non preoccuparti che il mondo continuerà a girare anche senza di te, e tutti dopo un pò riprenderebbero la loro vita normale, come è sempre stato e come sempre sarà” “Si, lo so, ma insomma io mi sento che ho ancora voglia di fare tante cose, di vistare tanti paesi, che ho ancora tante cose da scoprire e esperienze da fare” “Pensa piuttosto a dove ripararti con quel testone che ti ritrovi... non esiste nascondiglio sicuro abbastanza grande per la tua testa!” “Ehi, questa mi sembra proprio la mia Stellina” “Vai, ci risiamo! Inizia di nuovo con le sue stelline! Te lo ha spiegato pure un bambino di cinque anni che la tua Stellina non esiste” “Ma a me non dispiace crederci lo stesso, mi piace questa parte infantile ancora viva dentro di me!” “Tsé! Faresti bene a trovarti un lavoro invece di bighellonare in giro per il mondo a quasi 40 anni, altro che parte infantile...” e così nel dormiveglia, con tutti questi pensieri confusi dentro la mia testa, vedo un primo timido raggio di luce farsi strada tra le tende della casa. Arriva l’alba e tutti si svegliano.
A colazione nessuno della famiglia accenna ai bombardamenti della notte, anche I. sembra essersi dimenticato di tutto, persino che io ero rimasto a dormire a casa sua, perché appena si accorge di me si emoziona nel vedermi al tavolo a fare colazione. Corre verso di me, mi fa un lungo discorso incomprensibile e poi inizia a cercare il buco nella mia nuca.
Rido forte contento che non si sia dimenticato della magia.
Saluto, ringrazio e torno a casa mia con una strana sensazione: forse ho sognato tutto, forse non c’è stato nessun bombardamento stanotte.
Arrivo a casa, accendo internet, guardo le notizie e scopro che l’esercito israeliano durante la notte ha effettivamente bombardato una zona di Gaza City dichiarando di aver colpito aree di addestramento militare. Risultato dei bombardamenti: morta una bambina di soli quattro anni, feriti gravemente altri 4 bambini e la loro mamma.
Chissà se la bambina uccisa finiva gli anni proprio oggi e chissà se aveva in programma di festeggiare il compleanno con un ospite d’eccezione, un mago straniero con un buco in testa.
http://www.youtube.com/watch?v=XyPDCkNNKao
«Today is Sunday, tomorrow we’ll die, today I dress up with silk and love.»
Pier Paolo Pasolini
Today is Sunday and I have been invited to the birthday of I. who is a five year old smiling child with two big black and bright eyes. I. also has a round face with two plump cheeks that are soft and very elastic. Perhaps this is from the many pinches that his mother and his sisters give him so as to teach him how to behave in the presence of a guest, especially a foreign guest.
I begin to tell I. my tales trying to keep him quiet, but maybe because of my bad Arabic I. immediately begins to laugh out loud... and then, slapping the palms of his hands on his head, he explains to me that the talking stars don't exist.
It's very sad that children in Gaza do not believe in fairy tales anymore, perhaps because Santa Claus has never existed here... or perhaps because in Gaza the eyes of the children have seen bombs falling from the sky instead of stars.
I. climbs my shoulders, pulls my hair, bites me and tries to find who knows what inside my ears, regardless of the reproaches of his mother... a silly sleight of hand could entertain I. and kept him quiet for a few minutes. Then something crosses my mind, I say:
"Come on! Look! Sit down and shut up!" Generally I'm not so rude in addressing the children but so far with my Arabic knowledge I can't produce more articulate sentences.
So by taking a coin, while with my right hand I simulate putting it into an imaginary slot on the back of my neck, I settle the coin between the forearm and the biceps of my right arm, with my left hand. Then I call I.
I tell him to look in my hair for the coin. I open my hands showing the palms and the back for two or three times. Then I open my mouth, I move my tongue up and down and there is no trace of the coin, it seems to have simply vanished.
Just for show I put my index finger and my thumb in my mouth pretending to have to take something stuck to my palate, with a little cough the coin falls to the ground as if it came from my mouth.
I see the eyes of I. light up, he starts running around the house calling everyone, he wants me to repeat the magic trick.
He forces me to take off my sweater and stay in just a T-shirt to prove everyone that I do not hide the dime in the sleeve of the sweater. He also forces me to repeat the magic trick several times with different objects, fortunately all of them small enough to be hidden in my arm "The hole in my neck is not very big!" I state.
In this way time passes quickly and the party ends, now it's time to go to sleep... but I. wants to sleep with me, perhaps he's convinced that during the night, while I'm sleeping, he will be able to find the hole that connects the back of my neck with my mouth. Despite his intentions he instantly falls asleep, exhausted by many emotions of the day.
Even I fall asleep happily seeing that at the end wars and armies have not completely killed the naive and magic nature of children in Gaza, and that maybe the kids do not believe in talking stars but they still believe in magic.
The house is plunged into darkness and silence. The meow of some alley cat and a rooster with a bad sense of the time are the only noises of the night.
Suddenly a loud explosion wakes me up. The house is shaking and I find myself sitting on the bed with my eyes wide open and thinking "What was that?" "A bomb or a rocket or maybe an explosion of some gas cylinder in a near house." "Oh no, the house has trembled, I guess it was a bomb!" and while I'm still thinking I hear the sound of another explosion, fortunately far away but not as far as to not wake I. up.
"And if a bomb falls on our heads?" I think surely that is a bombing.
"Did you hear it?" I. asks me.
"No, what?" I reply to him, trying somehow to protect him with my answer, but then a third explosion immediately brings us back to reality. The house shakes again and I. runs into the mother's bed.
His mother embraces him, she passes her arm around his neck and with her hand on his head she presses him closely to her continuing to sleep. She has not even woken up, for her, nothing is happening. For her everything is normal because many nights I. goes to sleep in her bed. Sometimes just a bad dream convinces I. that it is better to sleep with his mother rather than alone. These explosions are far and she is now used to distinguish, even while she is sleeping, the bombs that are really close. That's when she is the first to wake up, that's when she takes her children a semblance of perceived safety, but that's not going to happen tonight. Tonight there is nothing to worry about. She can continue to sleep, tired from taking care of so many children and also because this week the children of her husband's sister came to live in her house, they are homeless due to the bad weather of the last weeks that left whole neighborhoods destroyed.
I remain awake and I start to think that if a bombing killed me it would be a shame, not a shame for me because I would feel nothing. It would instead be a sorry event for the people who love me "how would they do?" I think "hahaha... don't worry, the world will continue to spin without you... and after a while people resume their normal lives, like it has always been and always will be." "Of course I still want to do so many things, to visit so many countries. I feel as if have yet many places to discover and a lot of experiences to have."
"Maybe you would rather me be in a place where you can take refuge; a big space for a big head? Yet there is no safe hiding place big enough for your head! Haha!"
This rant seems to emerge from what I call my Little Star... And now I can hear someone say "Here we go again! He has started again with his Little Star! Even a five years old child explained to you that your Little Stars does not exist" "But I don't mind to believe she exists, I like this whimsicalness alive inside me! Maybe I should get a proper job instead of loitering around the world. After all I'm almost forty!" So half-asleep, with all these confused thoughts inside my head, I see a first ray of light coming through the curtains of the house. Dawn comes and the house wakes up.
During breakfast none of the family mentions the bombing of the night, including I.
He seems to have forgotten everything, even that I slept in his house because as soon as he notices me he gets excited to see me at the table for breakfast. He runs up to me and makes a long speech, unintelligible for me, then he starts to look for the hole in my neck.
I laugh loud glad that he has not forgotten the magic trick.
I thank them after the meal and go back to my house with a strange feeling; maybe I dreamed the whole thing? Maybe there was no bombing tonight.
While home I turn on internet and watch the news. I find out that during the night the Israeli army actually bombed a portion of Gaza City, while claiming to have struck military training areas. The result of the bombing: one little girl only four years old, deceased, and 4 others children and their mother seriously injured.
I wonder if today is the birthday of the little girl killed.
I wonder if she planned to celebrate her birthday with a special guest, a foreign magician with a hole in the head.
http://www.youtube.com/watch?v=XyPDCkNNKao
«Hoy es domingo, mañana se muere, hoy me visto de seda y de amor.»
Pier Paolo Pasolini
Hoy es domingo y me han invitado al cumpleaños de I. un niño de cinco años de edad, siempre sonriente, con dos grandes ojos negros y vivaces. I. tiene una cara redonda, agradable, con dos mejillas gorditas, suaves y demasiado elásticas tal vez para los muchisimos pellizcos que su madre y sus hermanas mayores le dan para enseñarle cómo portarse en presencia de un invitado, sobre todo si extranjero.
Para tratar de mantenerlo un poco tranquilo comienzo a contarle mis historias, pero tal vez por mi pésimo árabe, I. inmediatamente comienza a reír a carcajadas y luego golpeandose las palmas de las manos en la cabeza me dice que las estrellitas hablantes no existen.
Me pone triste ver que los niños de Gaza no creen más en los cuentos mágicos, tal vez porque aquí nunca ha existido Papá Noel, o tal vez debido a que los ojos de los niños de Gaza siempre han visto bombas en vez de estrellas caerse del cielo.
Mientras I. escala mis hombros, me golpea la cabeza, me muerde y trata de encontrar quién sabe que adentro de mis orejas sin escuchar los reproches de su madre, me recuerdo de en un estupido juego de manos que podría entretener I. y mantenerlo tranquilo durante unos minutos, así que le digo:
"¡Vamos! ¡Mira! Siéntate y cállate!" Generalmente no soy tan brusco con los niños, pero para el momento mi árabe no me deja hacer discursos más complejos.
Así que tomo una moneda y mientras que con la mano derecha parece que la pongo en un inexistente agujero en la parte trasera de mi cabeza con la mano izquierda la coloco entre el bíceps y el antebrazo de mi brazo derecho. Entonces llamo I. y lo invito a mirar en mi pelo si puede encontrar la moneda. Abro mis manos y muestro dos o tres veces las palmas y el dorso, abro mi boca, muevo mi lengua arriba y abajo y no hay rastro de la moneda que parece simplemente haberse evaporado. Después de un poco de teatro me pongo el dedo índice y el pulgar en la boca, fingiendo tener que tomar algo que está en mi paladar y con un golpe de tos la moneda se cae al suelo como si fuera salida de mi boca.
Veo los ojos de I. que se encienden, empieza a correr alrededor de la casa llamando a todos, y después me ordina que repita la magia. Me veo obligado a quitarme el suéter y quedarme con la camiseta para demostrar que no escondo la moneda en las mangas de mi jersey y a repetir la magia con objetos siempre diferentes, pero afortunadamente todos lo suficientemente pequeños como para que el truco funcione "El agujero que tengo en el cuello" explico "no es muy grande!"
Así el tiempo pasa muy rápido y terminada la fiesta llega el momento de ir a dormir. I. quiere dormir conmigo, tal vez convencido de que durante la noche, mientras que yo duermo, será capaz de descubrir en mi pelo el agujero que conecta la parte de atrás de mi cabeza con mi boca. A pesar de sus intenciones I. se duerme al instante agotado de muchas emociones durante el día.
Me duermo yo también tranquilo y feliz de ver que al final los horrores de las guerras y los ejércitos no mataron completamente a la naturaleza ingenua y mágica de los niños de Gaza, y que tal vez los niños no creen en las estrellas que hablan, pero todavía creen en los cuentos de hadas y en la magia. La casa se sumió en la oscuridad y en el silencio. El maullido de un gato callejero y un gallo insomne son los únicos ruidos de la noche.
De repente una fuerte explosión me despierta. La casa tiembla, yo me encuentro sentado en la cama pensando "¿Qué fue eso?" "Una bomba o un misil o tal vez una explosión de algunos cilindros de gas en una casa cercana." "Pero no, la casa ha temblado, creo que era una bomba" y mientras que yo sigo pensando hay otra explosión, por suerte lejanas pero no lo suficientemente para que I. no se despierte.
"¿Y si una bomba cae aquí?" Pienso ahora seguro de que se trata de un bombardeo.
"¿Has oído?" Me pregunta I.
"No ¿qué?" Le contesto yo, pensando protegerlo de alguna forma con mi respuesta, pero una tercera explosión nos trae de vuelta a la realidad. La casa tiembla nuevamente e I. corre a encontrar refugio en la cama de la madre.
La madre lo acoge, le pasa un brazo alrededor del cuello y con una mano sobre su cabeza lo apreta a su pecho continuando a dormir. Ella ni siquiera se despierta, para ella no pasa nada. Para ella todo es normal, ya que muchas noches I. se va a dormir en su cama, a veces sólo un mal sueño es suficiente para convencer I. que es mejor dormir con su madre en vez que solo.
Estas explosiones son lejanas y también en el sueño ahora ella sabe distinguir cuando las bombas caen demasiado cerca y entonces sí que hay que preocuparse, y entonces sí que ella es la primera en despertarse para llevar los niños a salvo. Pero no esta noche, esta noche no hay nada de que preocuparse, esta noche ella sabe que puede seguir dormiendo, cansada después de un día en el que tuvo que hacerse cargo de tantos niños, qué esta semana han venido a vivir en la misma casa hasta los hijos de la hermana de su marido, que quedaron sin hogar debido al mal tiempo de las últimas semanas que ha dejado enteros barrios destruidos.
Yo me quedo despierto y me pongo a pensar que si yo muriera por una bomba sería una vergüenza, no tanto para mí, que para estar muerto no sentiría nada, cuanto para la gente que me quiere "¿cómo pueden hacer sín mi?" Pienso "jajaja... no te preocupes que el mundo continúa girando sin ti, y después de un tiempo todos regresan a su vida normal, como siempre ha sido y como siempre será" "Sí, lo sé, pero siento que todavía quiero hacer tantas cosas, visitar tantos países, aún tengo muchos lugares por descubrir y emociones que experimentar" "Piensa más bien en donde poner tu cabezón... no hay escondite seguro lo suficientemente grande para tu cabezón!" " Hey, esta me parece mi Estrellita" "Olé, aquí vamos ¡otra vez! !De nuevo con sus Estrellita! Incluso un niño de cinco años te ha explicado que tu Estrellita no existe" "No me importa, me da igual creer a mi Estrellita igualmente, me encanta que esta parte de niño sigue viviendo dentro de mí" "¡Tse! Sería mejor que te pusiera seriamente a trabajar en vez de vagabundear por el mundo que ya tienes casi 40 años" y así medio dormido, con todos estos pensamientos confusos dentro de mi cabeza, veo un primero y tímido rayo de luz que se abre camino entre las cortinas de la casa. Ya es el amanecer y todos se despiertan.
Durante el desayuno, nadie de la familia menciona el bombardeo de la noche, incluso I. parece haber olvidado todo, hasta que yo me quedé a dormir en su casa, porque se excita al verme en la mesa para el desayuno. Corre hacia mí, me hace un largo discurso ininteligible para mi y luego empieza a buscar el agujero en mi cabeza.
Me alegro de que no haya olvidado la magia.
Saludo, agradezco la hospitalidad y me voy a mi casa con una extraña sensación: tal vez soñé todo, tal vez no hubo bombardeo esta noche.
Llego a mi casa, enciendo internet, miro las noticias y leo que el ejército israelí durante la noche realmente bombardeó un área de la ciudad de Gaza afirmando de haber golpeado áreas de entrenamiento militar. Resultado del bombardeo: una niña de sólo cuatro años muerta, otros 4 niños y la madre heridos graves.
Me pregunto si hoy hubiera sido el cumpleaño de la niña asesinada y quien sabe si ella planeaba celebrar su cumpleaño con un invitado especial, un mago extranjero con un agujero en la cabeza.
http://www.youtube.com/watch?v=XyPDCkNNKao